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Malattia e psicologia: quando la mente ci apre nuove strade verso la guarigione

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Qualche tempo fa mi serviva uno dei miei vecchi libri, e mi sono ritrovata nel garage di una mia amica di Parma a recuperare scatoloni polverosi di volumi lasciati lì in deposito temporaneo prima di uno dei miei espatri. Il libro che mi serviva è saltato fuori, ma in compenso ne ho inaspettatamente ritrovato un altro che non ricordavo di avere. Caso o destino, sono sempre le cose inaspettate che ci cambiano davvero la prospettiva: il libro si intitola “Narrare la malattia“, di Byron J. Good, ed è un libro di antropologia medica. Il soggetto è estremamente interessante, specialmente quando si va ad indagare sulle radici della malattia in connessione con i nostri limiti mentali.

LA MALATTIA COME STATO METAFISICO

Sebbene si tratti di una lettura piuttosto tecnica e impegnativa, ricordo che quando iniziai a leggerlo come parte di un esame universitario rimasi colpita da un’idea che l’autore trasmetteva: quando siamo malati, il nostro corpo non risponde come vorremmo noi ai nostri bisogni e desideri, ci intrappola nell’immobilità costringendoci a fermarci per poter guarire. E mentre il corpo resta fermo, la mente è libera di spaziare, di concentrarsi su degli stati ben precisi del nostro corpo, come il battito del cuore, una sensazione acuta che cerchiamo di localizzare o di ignorare, oppure liberarsene completamente ed espandersi a dismisura. Senza che ne siamo completamente consapevoli, il dolore e la malattia alterano il nostro stato di coscienza, ci inducono a uno stato prolungato di riflessione sulla nostra condizione, mentre complicati processi fisiologici ci ricostruiscono poco a poco, cercando di ristabilire quell’equilibrio che chiamiamo salute.

Tutti ci siamo passati: quando non possiamo muoverci fisicamente, ci spostiamo con la mente. Ecco perché la malattia può essere considerata un diverso stato metafisico.

LA MALATTIA COME STATO DELL’ANIMA

Pur senza apparente correlazione con il libro di cui sopra, pochi giorni fa – su consiglio di una persona speciale – ho iniziato a leggere un romanzo di Alejandro Jodorowski: “La danza della realtà”. La storia non ha a che fare specificamente con la malattia, anzi… c’è molta poesia nella realtà di Jodorowski. Eppure, un paio di giorni fa, spiando l’alba dal finestrino di un aereo, ho letto alcune pagine e poi ho chiuso il libro e non l’ho ancora riaperto, rapita da mille collegamenti mentali che portano ulteriormente avanti il discorso del libro di Good: dalla mente, si passa all’anima.

Più tardi compresi che tutte le malattie, perfino le più crudeli, erano un genere di spettacolo. Alla base c’era la protesta per una carenza affettiva e per il divieto di pronunciare qualunque parola o fare un gesto che rivelasse tale mancanza. Il non detto, il non espresso, il segreto, poteva addirittura trasformarsi in malattia. L’animo infantile, soffocato dai divieti, elimina le difese organiche per consentire l’ingresso al male, poiché soltanto così avrà l’opportunità di esprimere la propria desolazione. La malattia è una metafora. E’ la protesta di un bambino trasformata in rappresentazione“.

LA CHIAVE DELLA GUARIGIONE

Jodorowski, però, non si limita a indurre il lettore a riflettere: fornisce anche una soluzione alla malattia. La chiave della guarigione è il cambio di prospettiva, la ricerca dentro sé stessi:

“‘Il mondo è come penso che sia. I miei mali derivano da una visione distorta. Se voglio guarire, non è il mondo che devo cercare di cambiare ma l’opinione che ho di esso’.

I miracoli sono paragonabili alle pietre: si trovano ovunque e offrono la loro bellezza, ma nessuno ne riconosce il valore. Viviamo in una realtà dove abbondano i prodigi, ma li vedono soltanto coloro che hanno sviluppato le proprie percezioni. Senza tale sensibilità tutto è banale, l’evento meraviglioso viene chiamato casualità e si cammina per il mondo senza avere in tasca quella chiave che si chiama gratitudine. Quando si verifica un fatto straordinario lo consideriamo un fenomeno naturale di cui approfittare come parassiti, senza dare niente in cambio. Invece il miracolo richiede uno scambio: ciò che mi è stato dato devo farlo fruttificare per gli altri. Se non viviamo uniti agli altri non possiamo captare il portento. I miracoli non li provoca nessuno, vengono scoperti. Quando colui che credeva di essere cieco si toglie gli occhiali scuri, vede la luce. Questa oscurità è il carcere della ragione.

A riprova che la mente si libera inconsciamente quando il nostro corpo ci immobilizza, e ci lascia quel tempo di cui ncessitiamo per guarire l’animo, cambiando la nostra prospettiva su noi stessi e sul mondo, e ricostruendo anche il corpo.

Simona Gauri

http://salute.leonardo.it/malattia-e-psicologia-quando-la-mente-ci-apre-nuove-strade-verso-la-guarigione/

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Approccio olistico

3244-l-approccio-olisticoIl termine olismo proviene dal greco όλος, olos, che sta per “totalità”. L’olismo in medicina rappresenta uno stato di salute “globale”, l’unione di mente, corpo, ambiente e società. La ricerca della salute è orientata alla persona e non alla malattia, alla causa e non al sintomo, al sistema e non all’organo, al riequilibrio invece che alla cura, stimolando il naturale processo di autoguarigione del corpo. Ma in cosa consiste un approccio olistico?

Un approccio di tipo olistico sancisce la necessità di intervenire su una persona attraverso  diversi piani paralleli, ma con un’unica finalità: un reale e totalizzante stato di benessere. Tre sono le vie d’accesso che portano a questa meta: il corpo, la mente e lo spirito. 

Lapproccio olistico è finalizzato al raggiungimento del benessere individuale di un soggetto. Per fare questo è importante comprendere a fondo le motivazione del malessere per poter estirpare le radici del male in ogni forma, mentale o fisica. Per far questo vengono utilizzate diverse tecniche, che non escludono la dimensione della creatività e della partecipazione, sia del soggetto che del suo corpo. Già, perché fondamentale nell’approccio olistico è la naturale capacità del corpo di spingersi verso l’autoguarigione. Quasi sempre, l’approccio olistico si limita a fornire al soggetto le impostazioni necessarie per ritrovare le proprie innate abilità di guaritore.

Approccio olistico e metodologie tradizionali

Un approccio olistico non deve essere visto come esclusivo e lontano dalle metodologie di intervento della medicina tradizionale o “scientifica”. Innanzitutto, perché l’approccio di tipo olistico non è finemente terapeutico, cioè non si limita a guarire. Vi è anche una importante dimensione di prevenzione e un’altrettanto importante componente di conservazione e miglioramento dello stato di salute.

Spesso, la medicina tradizionale, pur esportando la componente fisica della malattia, trascura la componente “metafisica” del disagio. Poiché invece l’olismo in medicina rappresenta uno stato di salute “globale”, l’unione di mente, corpo, ambiente e società, la ricerca della salute è orientata alla persona e non alla malattia, alla causa e non al sintomo, al sistema e non all’organo,  e al riequilibrio piuttosto che alla cura. Parimenti però, il consulente olistico, in caso di malattia che richiedano l’ausilio di un medico, non può limitarsi al suo operato, ma deve esortare il paziente a condurre gli accertamenti del caso.

Altro dubbio è quello dell’appartenenza. Chi non è pratico di medicina alternativa e di terapie olistiche, considera spesso tali metodiche come circoscritte a una cerchia di credenze e fedi di tipo mistico/religioso. In realtà, l’approccio olistico è rivolto a tutti. Tutti abbiamo bisogno di rilassarci, così come tutti viviamo delle difficoltà. Che si pratichi o meno la meditazione, è indubbio che chiunque voglia stare bene con il proprio corpo e con la propria mente, indipendentemente da orientamenti di tipo culturale, religioso e sociale.

Non bisogna pensare solo all’aspetto fisico. Un approccio di tipo olistico dunque è ideale per coloro che vogliono abbandonare le vecchie abitudini e i vizi, motivarsi al cambiamento e superare un momento difficile. Da un punto di vista prettamente sociale, l’approccio olistico consente al soggetto di imparare a gestire i rapporti con le altre persone, di migliorare la propria autostima e di raggiungere obiettivi prefissati. Questo può essere ottenuto anche solo con una corretta respirazione. Se si vogliono esplorare altre frontiere più “alte”, l’approccio olistico può consentire il ritrovamento di armonia e di pace interiore e di esplorare nuove frontiere della propria spiritualità.

Francesco Marchionna

http://www.cure-naturali.it/medicina-olistica/959/approccio-olistico/1272/a

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L’Ultima Malattia di Eugenio D’Aniello

ultimamalattiaL’ A u t o re, medico specialista in Oculistica, ed Ufficiale Medico dell’Esercito, che vive e lavora in provincia di Napoli, noto nel suo campo anche per l’intensa attività di consulenza e di informazione, dopo aver sperimentato di persona, a livello professionale e familiare, vicende di grande impatto a livello di salute, in seguito alle quali si è anche avvicinato a medicine “non convenzionali”, passa in rassegna le emozioni collegate a storie di malati e malattie, ma anche episodi di guarigione. Tali emozioni vengono raccontate anche per quanto riguarda i medici e i familiari che hanno assistito gli ammalati.

L’esposizione è resa scorrevole e comprensibile a tutti, mediante il racconto di una serie di storie, come un “film a episodi”, con trame completamente diverse e con evoluzioni diverse: si va da storie di famiglie “normali” di un’Italia del Sud, a storie di famiglie di medici, ad episodi in Ospedali o strutture pubbliche del nostro sistema sanitario, a storie ambientate in territorio di guerra in Kosovo. Ne deriva un quadro emblematico di un certo modo di condurre la “sanità” italiana del XXI secolo, con il suo alto contributo tecnologico, con le sue contraddizioni ma, forse, con una insufficiente attenzione all’unità corpo – mente – spirito e alla sua influenza sullo stato di salute.

Titolo: L’Ultima Malattia

Autore: Eugenio D’Aniello

Editore: Harmakis Edizioni

Collana: Narrativa

Data di Pubblicazione: gennaio2014

Prezzo euro 13,00

Isbn: 978-88-98301-05-8

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