Pubblicato il Lascia un commento

In Valle d’Aosta c’è una piccola Stonehenge

c-orleans-kKwD-U1040908478944OkC-640x360@LaStampa.it

La Valle d’Aosta può vantare cieli stellati favolosi. Saint Barthélemy contende il primato del cielo più buio alle poche altre località d’Italia che ancora possono competere: non a caso da più di vent’anni ospita uno storico star-party. Ma anche le valli di Rhemes e la Valsavarenche potrebbero giocarsela. Questi cieli neri e stellati sono per di più “cieli antichi”, hanno ispirato monumenti orientati sulle stelle che gli archeoastronomi vanno scoprendo, insieme con annessi riti religiosi, folclore, tradizioni. Lo documenta un libro graficamente raffinato, costruito con testi di Guido Cossard e fotografie di Enrico Romanzi e Celestino Vuillermoz, “I cieli della Valle d’Aosta”, edito da Priuli & Verlucca (152 pagine, 37,50 euro).

 

Di professione insegnante ma archeoastronomo per passione, Cossard ci guida alla scoperta di siti astronomici attraverso cinque millenni. Pochi sanno che intorno al 2840 avanti Cristo, un drappello di sacerdoti astronomi arrivati dall’Oriente si stabilì tra le montagne della Valle d’Aosta e vi lasciò tracce ancora riconoscibili ad un occhio esperto: è l’area megalitica di Saint-Martin-de-Corléans (foto). Il metodo del radiocarbonio ha permesso di datare queste tracce con discreta precisione: il margine di errore è di 150 anni in più o in meno. Basta ricordare che la parte più primitiva dei cerchi megalitici di Stonehenge, nel Regno Unito, risale al tremila avanti Cristo, e che quel meraviglioso monumento megalitico che l’Unesco ha dichiarato patrimonio dell’umanità fu completato nel 1600 avanti Cristo, per rendersi conto che l’astronomia valdostana è tra le più antiche d’Europa e del mondo.

 

La provenienza orientale, secondo gli archeologi Franco e Rosanna Mollo, è suggerita dal toponimo Cordile, che compare nella Tabula Peutingeriana “ad indicare una città sulla costa sud-orientale del Mar Nero, appena ad ovest di Trapezunte”. L’area di Corléans vide levarsi palizzate, 40 stele e dolmen. Un dolmen databile 2400 a.C. è orientato astronomicamente. Gli archeologi ricollegano tutto ciò alla ricerca dell’oro e forse al mito degli Argonauti e alla caccia al famoso “vello”, che, tolti gli orpelli mitologici, altro non sarebbe se non una pelle di pecora adatta a filtrare in acqua corrente minuscole pepite. Ipotesi uggestiva, ma da prendere con beneficio d’inventario.

 

Un altro sito di notevole interesse è quello del Piccolo San Bernardo, dove Cossard segnala il cromlech più alto d’Europa: a 2000 metri di quota si incontrano 46 menhir non molto alti – tra 22 e 50 centimetri – ma disposti lungo un cerchio dal diametro di ben 72 metri. Una Stonehenge in miniatura. Ce ne parla Petronio Arbitro (14-66 d.C.) nel suo “Satyricon”: “Nelle Alpi vicine al cielo, nel luogo in cui, scostate dalla potenza divina di Graius, le rocce si vanno abbassando e si lasciano valicare, c’è un luogo sacro in cui si innalzano gli altari di Ercole: l’inverno li copre di una neve persistente e alza la sua testa bianca verso gli astri”.

 

Coppelle scavate nella roccia delle montagne sono sparse un po’ in tutto l’arco alpino. Alcune sono disposte in modo da rappresentare asterismi e costellazioni. Cossard ha individuato incisioni a spirale che rappresentano il moto del Sole, coppelle che fanno pensare alle Pleiadi, all’Ora Maggiore e Minore, a Bootes e alla Vergine, al Cigno. Quest’ultimo è il caso delle coppelle scavate su una lastra di roccia piatta a Introd (vedi foto a pagina 134). La stessa città di Aosta è stata disegnata secondo criteri astronomici con riferimento al solstizio d’inverno, e questo dato ha permesso a Cossard di precisarne la data di fondazione nel 25 avanti Cristo. “Se consideriamo – scrive Cossard – anche le connessioni astronomiche più antiche, quali quelle nell’area megalitica di Saint-Martin-de-Corléans, possiamo affermare con certezza che Aosta è una città unica: è la proiezione del cielo in terra”.

 

Assai prima di diventare sede dell’Osservatorio della Valle d’Aosta e poi di un planetario, Saint Barthelémy fu un sito astronomico: lo fa pensare un castelliere a secco lievemente ellittico con l’asse maggiore di 60 metri, riconducibile all’età del bronzo. Sorto nel 2003, l’Osservatorio oggi fa ricerca su pianeti extrasolari, asteroidi e altri temi di punta sotto la guida del fisico Enzo Bertolini. Lo strumento principale è un telescopio riflettore dall’apertura di 81 centimetri in configurazione ottica Bowen-Vaughan con un campo corretto di ben 2°, quattro volte il diametro apparente della Luna piena. Il peso complessivo è di 1700 chilogrammi. Una terrazza ospita un riflettore da 40 centimetri e una schiera di altri cinque riflettori da 40 centimetri prodotti da Officina Stellare (Milano) e dedicati alla ricerca di esopianeti.

 

Sole, Luna e stelle, oltre ai riferimenti religiosi hanno sempre un ruolo nella misura del tempo sia su scala diurna sia su scala stagionale, annuale e pluriannuale. Cossard introduce anche questo discorso per approdare alla relazione stretta tra fenomeni astronomici a culto cristiano: la data della Pasqua, in particolare, è sempre stata un cardine del calendario, ma anche un problema per la sua mobilità, agganciata alle fasi della Luna.

 

La sezione fotografica del volume traduce in splendide immagini il discorso archeoastronomico. Il cielo è costantemente inserito nel paesaggio: baite, profili di creste delle Alpi Graie, campanili, castelli, piloni votivi. Le stelle sono ora ampi archi descritti nella volta celeste grazie alla lunga posa fotografica, a ricordarci la rotazione della Terra (a queste latitudini ci si muove a circa mille chilometri l’ora, come su un aereo), ora nitidi punti luminosi che permettono di individuare le costellazioni, talvolta con qualche difficoltà perché le stelle fissate nelle immagini sono più numerose di quelle visibili a occhio nudo.

Pubblicato il Lascia un commento

Approccio olistico

3244-l-approccio-olisticoIl termine olismo proviene dal greco όλος, olos, che sta per “totalità”. L’olismo in medicina rappresenta uno stato di salute “globale”, l’unione di mente, corpo, ambiente e società. La ricerca della salute è orientata alla persona e non alla malattia, alla causa e non al sintomo, al sistema e non all’organo, al riequilibrio invece che alla cura, stimolando il naturale processo di autoguarigione del corpo. Ma in cosa consiste un approccio olistico?

Un approccio di tipo olistico sancisce la necessità di intervenire su una persona attraverso  diversi piani paralleli, ma con un’unica finalità: un reale e totalizzante stato di benessere. Tre sono le vie d’accesso che portano a questa meta: il corpo, la mente e lo spirito. 

Lapproccio olistico è finalizzato al raggiungimento del benessere individuale di un soggetto. Per fare questo è importante comprendere a fondo le motivazione del malessere per poter estirpare le radici del male in ogni forma, mentale o fisica. Per far questo vengono utilizzate diverse tecniche, che non escludono la dimensione della creatività e della partecipazione, sia del soggetto che del suo corpo. Già, perché fondamentale nell’approccio olistico è la naturale capacità del corpo di spingersi verso l’autoguarigione. Quasi sempre, l’approccio olistico si limita a fornire al soggetto le impostazioni necessarie per ritrovare le proprie innate abilità di guaritore.

Approccio olistico e metodologie tradizionali

Un approccio olistico non deve essere visto come esclusivo e lontano dalle metodologie di intervento della medicina tradizionale o “scientifica”. Innanzitutto, perché l’approccio di tipo olistico non è finemente terapeutico, cioè non si limita a guarire. Vi è anche una importante dimensione di prevenzione e un’altrettanto importante componente di conservazione e miglioramento dello stato di salute.

Spesso, la medicina tradizionale, pur esportando la componente fisica della malattia, trascura la componente “metafisica” del disagio. Poiché invece l’olismo in medicina rappresenta uno stato di salute “globale”, l’unione di mente, corpo, ambiente e società, la ricerca della salute è orientata alla persona e non alla malattia, alla causa e non al sintomo, al sistema e non all’organo,  e al riequilibrio piuttosto che alla cura. Parimenti però, il consulente olistico, in caso di malattia che richiedano l’ausilio di un medico, non può limitarsi al suo operato, ma deve esortare il paziente a condurre gli accertamenti del caso.

Altro dubbio è quello dell’appartenenza. Chi non è pratico di medicina alternativa e di terapie olistiche, considera spesso tali metodiche come circoscritte a una cerchia di credenze e fedi di tipo mistico/religioso. In realtà, l’approccio olistico è rivolto a tutti. Tutti abbiamo bisogno di rilassarci, così come tutti viviamo delle difficoltà. Che si pratichi o meno la meditazione, è indubbio che chiunque voglia stare bene con il proprio corpo e con la propria mente, indipendentemente da orientamenti di tipo culturale, religioso e sociale.

Non bisogna pensare solo all’aspetto fisico. Un approccio di tipo olistico dunque è ideale per coloro che vogliono abbandonare le vecchie abitudini e i vizi, motivarsi al cambiamento e superare un momento difficile. Da un punto di vista prettamente sociale, l’approccio olistico consente al soggetto di imparare a gestire i rapporti con le altre persone, di migliorare la propria autostima e di raggiungere obiettivi prefissati. Questo può essere ottenuto anche solo con una corretta respirazione. Se si vogliono esplorare altre frontiere più “alte”, l’approccio olistico può consentire il ritrovamento di armonia e di pace interiore e di esplorare nuove frontiere della propria spiritualità.

Francesco Marchionna

http://www.cure-naturali.it/medicina-olistica/959/approccio-olistico/1272/a

Pubblicato il Lascia un commento

Natale 1914. Quella festa nella terra di nessuno

xmastruce600-324x214

Venerdì 25 dicembre 1914, Belgio, settore settentrionale del fronte occidentale, trincee delle Fiandre, sud di Ypres: è il primo Natale della Prima Guerra Mondiale. Nelle trincee contrapposte si affrontano tedeschi da una parte, francesi e inglesi dall’altra. Sono passati cinque mesi dall’inizio della guerra. I combattimenti si sono rapidamente trasformati in una logorante guerra di posizione, ma molti sperano ancora che il conflitto si possa risolvere in pochi mesi. (…) Intorno a Ypres si combatté ininterrottamente per tutti i cinque anni della Prima Guerra Mondiale. Soltanto in questo luogo, tra il 1914 e il 1918, persero la vita 500 mila inglesi e altrettanti tedeschi. In tutto la Prima Guerra Mondiale portò alla morte oltre 9 milioni di combattenti, a cui vanno aggiunte oltre 7 milioni di vittime civili.

La-tregua-di-Natale_b                                           copertina L'assente Presenza23LUGLIOfronte (200 x 260)

Nel pieno di questo orrore, nella notte di Natale del 1914 avvenne qualcosa di impensabile: ci fu una tregua. Non fu ordinata per un accordo tra i comandi dei due schieramenti, fu una tregua spontanea dichiarata dai soldati francesi, inglesi e tedeschi. La notte di Natale qualcuno nelle trincee si mise a intonare canti della tradizione natalizia e i soldati scoprirono che, pur con parole diverse, si trattava delle stesse melodie. Le luci delle candele furono poste sui bordi delle trincee. Qualcun altro propose di smettere di sparare. Sorprendentemente la proposta fu accettata, e i soldati sui due fronti uscirono allo scoperto e si incontrarono nella “terra di nessuno”. Si parlarono, si strinsero la mano, si abbracciarono, fu celebrata una Messa. La mattina di Natale seppellirono i caduti delle due parti e ci fu una funzione funebre. I soldati fumarono e cantarono insieme, talvolta si scambiarono auguri e doni, capi di vestiario e bottoni delle divise, cibo, tabacco, fotografie degli amici, delle famiglie e ricordi del tempo di pace.

Come è facile immaginare, questi eventi non furono ben visti dagli ufficiali superiori. Un avvenimento del genere era contrario ai princìpi militari e non avrebbe dovuto più ripetersi. Nei giorni seguenti si sostituirono le truppe al fronte con altre unità, e quelle protagoniste della tregua furono spostate in altri settori, cancellando la memoria dei fatti. Una parte dei documenti che testimoniavano gli accadimenti, fotografie e lettere dal fronte, furono distrutti. Alcuni lo furono deliberatamente, altri si persero nei successivi avvenimenti della storia. (…) Non tutte le lettere però andarono distrutte. Molte furono pubblicate dai giornali dell’epoca, talvolta corredate da fotografie degli eventi, e quindi sono ancora visibili negli archivi delle redazioni. Le testimonianze ancora oggi reperibili non si limitano alle lettere: presso l’Imperial War Museum di Londra oltre ai documenti originali sono ancora conservate le registrazioni su nastro magnetico con le dichiarazioni dei testimoni oculari raccolte negli anni successivi.

1261_pg

La ricerca nelle redazioni

Ci sono testimonianze dirette e alcune fotografie degli incontri tra i soldati, dello scambio di doni, delle strette di mano. Ci sono notizie delle sepolture dei caduti dei due schieramenti, e di una funzione religiosa celebrata da un cappellano scozzese. (…) In Germania le lettere dei soldati dal fronte furono pubblicate solo in qualche raro caso, mentre in Francia non se ne fece parola. Molti dei giornali inglesi le pubblicarono, con rare tracce di censura, e per questo motivo oggi esse sono ancora reperibili. Ci furono giornali che ne pubblicarono la notizia in prima pagina, corredata delle fotografie degli incontri, (…) come il Daily Mirror dell’8 gennaio 1915. Il titolo era: “Un gruppo storico”: erano soldati inglesi e tedeschi fotografati insieme.

(…) L’ultimo veterano che ha visto e udito personalmente il cessate il fuoco delle armi il giorno di Natale del 1914, è morto il 21 novembre 2005 all’età di 109 anni. Si chiamava Alfred Anderson, era nato a Dundee il 25 giugno 1896, e aveva 18 anni quando si svolsero i fatti. (…) Per tutta la vita si era ricordato di quello straordinario giorno. Le citazioni della tregua di Natale sono comunque molteplici. Il regista francese Christian Carion vi si ispirò nella realizzazione del suo film Joyeux Noël. (…) La tregua di Natale appare nel video della canzone Pipes of Peace di Paul McCartney (1983), nel film Oh, che bella guerra! di Richard Attenborough (1969), nelle composizioni di alcuni cantautori e in alcune opere teatrali.

Una delle fonti più interessanti, tuttavia, è costituita dal sito web Operation Plum Puddings: The Christmas Truce. Si tratta della raccolta di lettere dal fronte di soldati che narrano di questi eventi, nato dalle ricerche condotte da due giornalisti inglesi, Alan Cleaver e Lesley Park, che nel 1999 le raccolsero per la stesura di un libretto dedicato alla tregua di Natale 1914, intitolato Plum Puddings For All, ormai esaurito da tempo e non più ristampato. Le lettere erano state reperite sui giornali dello Hampshire, o dai ricordi personali degli uomini che le avevano scritte. Il lungo lavoro di ricerca li rese coscienti dell’enorme fonte di informazioni dimenticate negli archivi dei giornali (…). I due autori decisero quindi di dare vita a un sito web, con l’obiettivo di pubblicare le lettere (…).

tregua-natale-spot

Immersi nel fango

Alcuni lettori furono contagiati dai racconti che vi emergevano e si offrirono di proseguire il lavoro. Nel 2009 sul sito ne erano state trascritte più di 80 provenienti da quotidiani del Regno Unito. Queste lettere costituiscono una sorprendente fonte di informazioni sulla tregua e meritano di essere preservate per le future generazioni. Benché si tratti di interessanti testimonianze di prima mano, occorre ricordare che le lettere non possono essere considerate come documenti storici. (…) Molte di queste furono portate ai giornali proprio dai familiari attoniti che le avevano ricevute. Non si può dunque escludere che i redattori dei giornali, nella fase di pubblicazione, abbiano deciso di tagliare o in parte modificarne il testo, per renderle più appetibili al pubblico al quale si rivolgevano, generando quindi degli apocrifi.

(…) Molti si chiedono se tutto sia veramente accaduto, perché e come sia stato possibile. Le lettere dei soldati al fronte erano spesso molto simili, parlavano della vita di trincea, della loro salute, del freddo e della morte. Improvvisamente, dopo il Natale 1914, cominciarono ad arrivare questi racconti che narravano la pace che inspiegabilmente si era creata davanti alle loro trincee. I dettagli erano gli stessi: i canti natalizi, l’incontro nella “terra di nessuno”, lo scambio di cibo, tabacco, sigarette. E così i giornali inglesi cominciarono a pubblicarle. Ne parlò persino Arthur Conan Doyle, il creatore di Sherlock Holmes, sottolineando che questa non era stata solo una storia incredibile, ma un episodio di umanità in mezzo agli orrori della guerra, fonte di meraviglia e di ispirazione. Lo stupore dei soldati di fronte a quello che era accaduto davanti ai loro occhi è evidente nei loro scritti. In molte delle lettere sembra quasi che loro stessi abbiano timore, nel raccontarlo, di non essere creduti (…): «Prova soltanto a pensare che mentre tu stavi mangiando il tacchino, io stavo parlando e stringendo le mani agli stessi uomini che solo qualche ora prima stavo tentando di uccidere». Di sicuro la situazione che si era creata fu favorita dal fatto che i soldati, da entrambe le parti, vivevano nelle stesse condizioni, immersi nel fango, nell’acqua che spesso saliva oltre il ginocchio, dormivano sulla paglia, in buche scavate nella nuda terra, soffrivano il freddo. (…) Le loro trincee distavano poche centinaia di metri da quelle del nemico, con il quale condividevano le condizioni climatiche, il fango e il freddo, gli stessi dalle due parti del fronte. (…)

Joyeux-noel-film-tregua-natale

Una ragione evidente

Il secondo presupposto determinante che nel 1914 rese possibile un avvenimento di tale portata fu il riferimento, comune a entrambi gli schieramenti contrapposti, alle radici cristiane dell’Europa. Per alcuni di loro, come il sergente Bernard Joseph Brookes, il motivo era evidente. E così ce lo spiega, nelle pagine del suo diario: «È stato davvero un Natale ideale, e lo spirito di pace e buona volontà era stridente in confronto con l’odio e la morte dei mesi precedenti. Uno apprezza davvero in una nuova luce lo spirito del cristianesimo. Per questo è stato certamente meraviglioso che un simile cambiamento nel comportamento dei due eserciti opposti possa essere stato generato da un evento che è accaduto una notte di duemila anni fa».

Quanto fu ampia la tregua? Oggi è difficile rispondere con certezza, ma certamente parecchie centinaia di soldati nella zona intorno a Ypres vi presero parte. Non accadde su tutto il fronte. (…) Quello che accadde il giorno di Natale non fu quindi il diffondersi rapido di un sentimento di buona volontà lungo le linee, ma piuttosto una serie di iniziative individuali intraprese in luoghi e tempi diversi. In altre parti del fronte occidentale non ci fu alcuna tregua (…). Nella maggior parte dei casi la tregua durò soltanto due o tre giorni, mentre in altri casi proseguì fino al nuovo anno. Le lettere arrivate fino a noi raccontano, ad esempio, che fu più facile per i soldati inglesi entrare in contatto con i reggimenti composti da soldati sassoni o bavaresi. I prussiani furono più restii ad accettare la tregua, e talvolta non la rispettarono, aprendo il fuoco sui soldati nemici (…). Un caporale tedesco, che aveva passato la notte nei sotterranei di un’abbazia vicino a Ypres, quando seppe che alcuni dei compagni avevano stretto la mano agli inglesi, scrisse nel suo diario: «Dove è andato a finire l’onore dei tedeschi?». Il diario sarebbe stato pubblicato alcuni anni dopo, con il titolo Mein Kampf, e il nome del suo autore era Adolf Hitler. La reazione dei comandi superiori fu furiosa. Avevano previsto tutto, eccetto l’imponderabile, e cioè il fattore umano. (…) Il nemico, l’uomo che quei soldati avevano davanti, e che in quella mattina di Natale guardavano finalmente negli occhi, era riscoperto dentro a un’evidenza diversa, non poteva non essere riconosciuto se non come uno di loro. (…)

Il fatto che la notte di Natale del 1914 alcune migliaia di uomini che si combattevano sui campi delle Fiandre uscirono dalle loro trincee e si incontrarono e si strinsero le mani a mezza strada, costituisce ancora oggi una potente fonte di ispirazione. Nei mesi e negli anni che seguirono quel giorno, molti dei protagonisti di questi fatti straordinari sarebbero stati uccisi (…). Forse, la tregua di Natale fu possibile solo perché la perdita di umanità non aveva ancora fatto presa nelle loro anime: la memoria del Natale aveva ancora spazio nei loro cuori, e più di ogni altra cosa, le radici cristiane dell’Europa erano ancora una cosa viva. (…) Proprio per questo non dobbiamo dimenticarle, e questi fatti meritano di essere ricordati, o meglio celebrati, come un inno alla speranza. E non c’è modo migliore di farlo che ascoltarne il racconto dalle parole di coloro che, cento anni fa, ne furono protagonisti.

Antonio Besana

http://www.tempi.it/natale-1914-quella-festa-nella-terra-di-nessuno#.VIl34Hu1N_A

Pubblicato il Lascia un commento

ILLUMINATI E LA MUSICA DI HOLLYWOOD

zagami
Domanda: Perché sembra che le celebrità del momento a Holywood  peschino tutte nello stesso pool genico di padri di nessun rilievo e madri single (Mel B, Kim Kardashian, Kimora Lee Simmons, Amber Rose, Nicole Murphy, Draya, Katt Stacks, ecc,ecc.), scambiandoseli l’un l’altra negli anni come fossero regali?
 Risposta: Perché c’è una parte di quelli che per comodità definiamo Illuminati (pur se appartenenti a una miriade di sette differenti) che fanno capo a  chi governa il mondo che si serve di schiavi sessuali (sia maschi che femmine) il cui compito è di mantenere le celebrità passive, non focalizzate, e possibilmente suscettibili alla dominazione ed al controllo totale da parte dell’elitè.Ecco perché purtroppo continuiamo a vedere sempre e solo gli stessi artisti e le stesse facce attorno a loro, cosa che accade anche se in forma diversa per via della professione  con le star del calcio e le varie veline specialmente qui da noi in Italia.Sempre a livello italiano è particolarmente interessante il caso di Sara Tommasi (showgirl, attrice e modella italiana) che dopo il suo flirt con l’ex Primo Ministro Silvio Berlusconi  (si sempre lui…) ha aver affermato di aver fatto il patto col diavolo per ottenere il successo che ha avuto  in passato, anche se poi  sembrerebbe  se ne sia pentita amaramente. In un video pubblicato su Youtube fatta da un noto intervistatore romano  Massimo Marino di  ViviRoma , progetto televisivo locale un pò trash ma molto apprezzato dal popolo della notte capitolina  al minuto 3:25 gli viene chiesto di  spiegare cosa siano quelle tre lettere “S” tatuate sulla sua spalla e lei risponde senza peli sulla lingua: “Soldi, sesso e successo… il patto col diavolo”. E poi continua rincarando la dose per rendere il concetto ancora più chiaro all’intervistatore: “Mai andare in chiesa, solo adorare il diavolo”. Infine dal minuto 4:15 la Tommasi accenna di una sua futura visita a Medjugorje facendosi però delle risate di incredulità verso Dio, deridendolo in maniera blasfema (min.5:05) e dicendo tra le altre cose: “Ma chi ci crede…” !

Nel mio nuovo libro non parlo della Tommasi,  ma dedico un piccolo spazio di approfondimento a un altra delle vittime del milieu Berlusconiano: Michelle Bonev che come tanto donne dello spettacolo internazionale come la stessa cantante Beyonce si legano a questi uomini potenti per arrivare in cima alla piramide. Dal titolo del libro il cuore del problema si trova a Hollywood non Italia,  dove il “Diavolo” o meglio “Satana” quello  che il satanismo di tipo spirituale indentifica con il dio Enki, ha posto le basi del  suo successo un secolo fa e dove fu celebrata la prima Messa al mondo dell’infame culto di matrice  Luciferina noto come Thelema creato dall’illuminato e noto mago nero dedito alla Magia Sessuale  Aleister Crowley. Il pilastro centrale e il collante dell’esoterismo in fondo è  la MAGIA SESSUALE, utilizzata nei vari ambiti della stregoneria, del satanismo, del variegato mondo panteistico e del tantrismo sempre più popolare nel mond odello spettacolo; la magia sessuale viene considerata come la sorgente di tutto il potere gestito dagli illuminati. L’uso del sesso per raggiungere  questi “poteri” appare così come il terreno comune di tutto ciò che è magico, occulto ed esoterico, unificando il tutto in un immenso crogiuolo pieno di vittime spesso ignare e sprovvedute come la Tommasi ma anche la povera Marilyn Monroe e di sicuro oggi abbiamo artisiti molto più consapevoli che si votano anima e corpo senza ribellarsi a questo stato di cose.

Ma ha chi giova tutto ciò?

Nel mio nuovo libro ILLUMINATI, E LA MUSICA DI HOLLYWOOD vi introduco gradualmente al problema partendo dalla militarizzazione della musica che sta alle origini delle principali case discografiche. L’8 Novembre 1999 per esempio a riguardo della BMG tanto per citarne una, il Nation Magazine affermò che: “Contrariamente alla versione ufficiale della compagnia, Bertelsmann (N.d.A. e quindi la BMG) cooperò con i Nazisti nei tardi anni Trenta e nei primi anni Quaranta, pubblicando vario materiale di propaganda Hitleriana”.

C’è qualcun altro oltre a me che trova ironico come una compagnia una volta collegata al Nazismo possa ora rappresentare molta proprio di quella gente di cui una volta supportava l’uccisione? La BMG (Bertelsmann Music Group) Publishing controlla oltre un milione di copyright.   Società controllate dalla BMG:

  • RCA Music Group
    • RCA Records
    • Arista Records
    • J Records
    • Full Surface Records
    • US Records
  • Zomba Music Group
    • Battery Records
    • Epidemic Records
    • La Face Records
    • Music for Nations
    • Pinnacle Records
    • Scotti Brothers Records
    • Silvertone Records
    • Verity Records
    • Volcano Entertainment
    • X-Cell Records
    • Arista Nashville
    • RCA Nashville
    • BNA Records
    • BMG Kidz
Tra gli artisti che una volta avevano firmato con questa casa discografica, o con una delle sue affiliate, ci sono Avril Lavigne, i Coldplay, Shakira, Nelly, Britney Spears, R. Kelly, Shania Twain, Christina Aguilera, Kelly Clarkson, i Linkin Park, Jay-Z, i Maroon5, Justin Timberlake, Joss Stone, Elvis Costello, Ne-Yo, Mariah Carey, i Black Eyed Peas, Kenny Chesney, The Game, Mario, i Rascal Flatts, i No Doubt, Thomas Anders, Jessica Simpson e 50 Cent, come anche leggende del calibro di Bob Dylan, Elvis Presley e Frank Sinatra ed altri.
 
Guardatevi intorno a volte le cose che ci sfuggono sono proprio quelle che ci stanno davanti. Il controllo mentale è possibile solo se noi “permettiamo” a qualcuno o a qualcosa di entrare nel nostro subconscio… solo allora le nostre menti possono essere manipolate. Gli esperimenti di controllo mentale, la cosiddetta scienza Nazista cosi cara agli illuminati che controllano il mondo, sono andati avanti per decine di anni  anche con un utilizzo sistematico e manipolatorio  della conoscenza esoterica della psiche umana. Ridicolizzando cosi qualsiasi interpretazione spirituale della vita e mobilizzando le forze della scienza convenzionale a proprio favore incluse quelle della psichiatria come nel caso dell’Istituoto Tavistock.
Tutti costoro fanno parte di quell’Eggregore immenso che risiede più di ogni altro luogo a Hollywood dove mi sono recato per scoprire chi c’è  realmente dietro a tutto questo, scoprendo  fatti, luoghi e persone che sinceramente ho trovato preoccupanti e che dimostrano che il Nazismo della BMG come di alter case discografiche di cui parlo approfonditamente nel libro , rappresentano l’ala più occulta e manipolatoria del mondo dello spettacolo che oltre a un controllo di tipo Massonico usa le sette sataniche che come ci ricordò la celebre rivista THE NEW YORKER qualche anno fa, sembrerebbero di fatto legate a quel nazismo che non si è di certo spento con la sconfitta della Germania nella Seconda Guerra Mondiale  e che grazie ai tanti esuli nazisti giunti negli States sotto la protezione della CIA è andato a rafforzare quel programma per il controllo della menti conosciuto oggi come MK-ULTRA.
Questo mio nuovo lavoro vuole portarvi alle radici del problema li dove c’è il forte coinvolgimento della Fondazione Rockfeller e di tutta una serie di scienziati e esperti del mondo dello spettacolo al soldo dei  potenti  capeggiati dai Rothschild.
E cosa fa la Chiesa per proteggere I Fedeli da tutto questo? 
Rispondo con la solita Battuta di Cetto La Qualunque: UNA BEATA MINCHIA! E in questo libro spiego anche il perchè di questa corruzione graduale ma inesorabile dei costumi nella Chiesa di Roma voluta dai potenti del Club Bilderberg aiutati da Istituti come il Tavistock che infine porta tutti gli artisti e I potenti come Bono o Bill Gates da una sola persona a capo di questo infame  mondo luciferino ovvero la Regina Elisabbeta II e la Corte dei Reali di Inghilterra quelli che hanno investito di onori e gloria “I Baronetti di Liverpool”.
Detto questo quando Beyonce (amante di Obama) apparve per la prima volta sulla scena con le Destiny’s Child, era ovvio che lei aveva qualcosa di particolare. Lavorava più duramente per emergere ed era aiutata lungo il percorso da un padre manipolatore. Mentre Beyonce faceva parte delle Destiny’s Child incontrò Jay-Z, collaborarono e puf, all’improvviso erano una coppia.  Beyonce si avventurò in un suo progetto personale, un duetto con Jay-Z chiamato Crazy in Love. Fu un successo, chiuse anche la bara sulla carriera delle altre componenti delle Destiny’s Child.
Questo solleva un’altra domanda… se Crazy in Love non avesse avuto successo, le Destiny’s Child sarebbero ancora insieme? Fatevi queste domande: Perché Beyonce indossa gioielli con l’immagine di Bafometto? Perché Jay-Z ha chiamato la sua compagnia col nome di uno dei demoni degli Illuminati? E le risposte arriveranno da sole….
Amil, la prima First Lady della Roc-a-Fella Records (si proprio come Rockefeller) la casa discografica di Jay Z  ed ex protégé dello stesso, elaborò nella sua canzone Quarrels (dal suo album del 2000, All Money Is Legal) come il diavolo punti alla tua anima offrendoti regali.
Quarrels
“Ehi, da quando ti conosco hai cercato di farmi
Comportare come i miei amici, ma io so che è così che mi hai fregata
Ti piace vedermi su di giri, ami vedermi brilla (tipsy)
Ho sentito che vuoi persino ficcarmi dentro un piccolo chip
Mi hai fatto conoscere la tua cerchia di amici, odio, invidia, lussuria e avidità
Hai detto che vuoi il mondo intero in custodia
E che se ti do la mia anima, tu mi darai oggetti di lusso
Mi hai detto di vendere crack alla mia gente e di diventare ricco allontanandomi dai tossici (get rich off fiends)
Ti piace il numero sei ma odii il numero tredici
C’è sempre stato qualcosa in te che mi faceva venire la pelle d’oca
Mi hai fatto diventare una giocatrice e mi hai mostrato come essere ricca (how to ball)
Vedo il tuo occhio che mi guarda sui biglietti da un dollaro
Così come governerai le nazioni sotto una sola religione
Hai questo Nuovo Ordine Mondiale, è come una grossa prigione.” (Testo editato)
Lady Gaga, che frequentò il prestigioso Convent of the Sacred Heart (lo stesso istituto frequentato da Caroline Kennedy) è stata un burattino degli Illuminati fin dalla prima volta che entrò in scena. In molte delle sue foto nasconde un occhio o lo racchiude in un cerchio, rimarcando l’idea dell’Occhio Che Tutto Vede.
 La si è vista indossare corna, e nel video di Bad Romance è comparsa la testa di Bafometto. (Nota: il regista dei video di Paparazzi e Telephone è stato fotografato con addosso una maglietta con la faccia di Bafometto).
Il gruppo dirigenziale di Gaga è diretto da Akon anche lui legato all’elitè afroamericana degli illuminati di cui approfondisco il ruolo nel mio libro. Rihanna (alias Rihtardata come scrive la scrittrice Americana Rebecca Scott) fu tirata dentro dopo aver pubblicato video come Umbrella, Disturbia e Run This Town, in cui, se non sta impersonando una donna posseduta dal demonio, sembra fare parte di qualche culto e anche il suo ex Chris Brown spesso esibisce segni di possessione demoniaca, in questo libro però non voglio speculare e vi spiego il perchè di tutto questo mostrandovi i lati più segreti di Rihanna legata in tutto e per tutto agli illuminati.  Ho inoltre avuto conferma dalle mie fonti a Hollywood  che il Video Music Awards (VMAs) del 2009 è stato un unico grande rito satanico, che comprendeva una preghiera al demonio e l’iniziazione agli Illuminati di Taylor Swift, insomma nulla e come appare nel mondo dello spettacolo e Buona lettura con il mio nuovo libro ILLUMINATI, E LA MUSICA DI HOLLYWOOD su Harmakis Edizioni in libreria dal 24 Novembre 2014.
Leo Lyon Zagami
 http://edizionisicollanaexoterica.blogspot.it/2014/11/illuminati-e-la-musica-di-hollywood.html
Pubblicato il Lascia un commento

“Una goccia nel mare”: a Montepulciano si parla di affidi familiari

goccia

Una goccia nel mare”: la presentazione del libro di Meri Lolini, dedicato all’esperienza degli affidi familiari, si svolgerà il prossimo sabato 27 settembre alle ore 17:30 nella splendida cornice del Palazzo del Capitano di Montepulciano. L’analista chimico Meri Lolini vive a Firenze, ma è originaria della Maremma, ed è legata a Montepulciano perché ha sposato un poliziano doc, Marco Bardelli.

“Amo Montepulciano da sempre. Ho fatto il mio ingresso nella Contrada di Voltaia quando ho conosciuto Marco; qui ho incontrato tanti nuovi amici che mi hanno trasmesso la passione per la partecipazione all’attività contradaiola e mi hanno accolto in semplicità ed amicizia e, grazie a loro, sono entrata in sintonia con l’ambiente, con i sapori ed i profumi dei piatti della tradizione culinaria, sublimi cornici ad ogni manifestazione poliziana”.

15225_733819280019054_4639159123061500012_n

Amo definire Meri una mamma speciale, mamma di cuore e di pancia, perché ha condiviso con Marco e suo figlio Matteo, ventuno anni fa, l’esperienza dell’affido familiare accogliendo Raluca, una bambina rumena, quando suo figlio aveva dieci anni. “Una goccia nel mare: dalla casa-famiglia alla famiglia” è il racconto che Meri ci offre del vissuto, del vivere quotidiano in casa Bardelli dopo aver intrapreso l’ esperienza di affido.

“La storia della nostra famiglia, che io definisco come una famiglia in espansione, ho sentito il bisogno di metterla per iscritto per testimoniare l’importanza e l’urgenza dell’affido familiare”.

Il libro, edito da Harmakis ed uscito nel gennaio di quest’anno, ha già conosciuto notevoli riconoscimenti soprattutto da parte dei lettori ed è stato presente a numerosi eventi: a Terni presso l’Arpa Umbria con il patrocinio dello stesso comune, a Radio Incontri Valdichiana di Cortona, a  Valdeuropa di Montevarchi e in più occasioni a Firenze con il patrocino del Comune ed in collaborazione con il Centro Affidi. Nel libro Meri sottolinea l’importanza dell’accoglienza nei confronti dei minori che per motivi diversi sono affidati ai servizi sociali e collocati in casa-famiglia e comunità.

“A questi fanciulli viene a mancare la “stampella” della continuità familiare e sono svantaggiati rispetto ai loro coetanei che vivono in famiglie dove i ruoli sia affettivi che educativi sono di facile identificazione”.

Meri sostiene che il rapporto tra i genitori affidatari ed eventuali fratelli e sorelle che incontrano nella nuova famiglia deve essere basato sempre sull’accoglienza incondizionata e non deve mai trasparire verso di loro la minima compassione.

“Queste creature non devono sentire su di loro il peso ingombrante delle carenze affettive ed educative della loro famiglia di origine, ma devono avere il diritto di essere amati, cresciuti ed educati come tutti i figli con le stesse necessità perché tante, diverse e specifiche sono le loro personalità, sensibilità e gli avvenimenti che li hanno traditi e feriti. Per accogliere un minore in una famiglia non esiste un metodo educativo da adottare, ma sono necessari gli stessi ingredienti che si usano per i figli naturali: amore, tolleranza, comprensione e capacità di ascolto. La stessa condivisione di una linea da adottare spesso va corretta di volta in volta dato che le rigidità di comportamento e di pensiero non sono mai percorribili per le possibili problematiche che possono generare”.

Nel libro Meri valuta anche i rapporti dei componenti della famiglia affidataria con il contesto sia familiare che sociale nella quale vivono, lavorano e studiano.

“Ci sono molte curiosità, a volte anche banali, che scaturiscono da parte dei conoscenti, alcune domande che riguardano le motivazioni che ti hanno portato a fare questo percorso alle quali spesso rispondiamo più con i fatti che con mille parole”.

Il libro di Meri si legge bene, ha un sapore familiare, pare scritto con un inchiostro che profuma d’amore, ti riempie e ti presenta una famiglia che nella quotidianità si è resa grande.

“Prima di aprire la porta di casa, bisogna aprire la porta del cuore e della testa. È necessario essere accoglienti non solo per il minore in se stesso, ma verso il suo modo di pensare e la sua cultura di origine perché spesso i bambini in affidamento non sono solo italiani e di religione cattolica. Bisogna pensare con convinzione di essere cittadini del mondo per arrivare ad una piena condivisione”.

L’amica Meri si augura che il suo libro possa contribuire a far aprire la strada per far crescere il numero di questa tipologia familiare.

(articolo a cura di Lucia Tremiti)

“Una goccia nel mare”: a Montepulciano si parla di affidi familiari

Pubblicato il Lascia un commento

Presentazione del libro, L’Ultima Malattia di Eugenio D’Aniello

eugenioPresentazione del libro, L’Ultima Malattia di Eugenio D’Aniello

L’ Autore, medico specialista in Oculistica, ed Ufficiale Medico dell’Esercito, che vive e lavora in provincia di Napoli, noto nel suo campo anche per l’intensa attività di consulenza e di informazione, dopo aver sperimentato di persona, a livello professionale e familiare, vicende di grande impatto a livello di salute, in seguito alle quali si è anche avvicinato a medicine “non convenzionali”, passa in rassegna le emozioni collegate a storie di malati e malattie, ma anche episodi di guarigione. Tali emozioni vengono raccontate anche per quanto riguarda i medici e i familiari che hanno assistito gli ammalati.

L’esposizione è resa scorrevole e comprensibile a tutti, mediante il racconto di una serie di storie, come un “film a episodi”, con trame completamente diverse e con evoluzioni diverse: si va da storie di famiglie “normali” di un’Italia del Sud, a storie di famiglie di medici, ad episodi in Ospedali o strutture pubbliche del nostro sistema sanitario, a storie ambientate in territorio di guerra in Kosovo. Ne deriva un quadro emblematico di un certo modo di condurre la “sanità” italiana del XXI secolo, con il suo alto contributo tecnologico, con le sue contraddizioni ma, forse, con una insufficiente attenzione all’unità corpo – mente – spirito e alla sua influenza sullo stato di salute.

Titolo: L’Ultima Malattia

Autore: Eugenio D’Aniello

Editore: Harmakis Edizioni

Collana: Narrativa

Data di Pubblicazione: gennaio2014

Prezzo euro 13,00

 

Isbn: 978-88-98301-05-8

La presentazione si terrà il giorno 19 Settembre alle ore 18, presso la Libreria Parole Ribelli, Corso Cavour 3, 05018 Orvieto.

Pubblicato il Lascia un commento

I Mitanni alla Corte dei Faraoni di Antonio Crasto

I-Mitanni-alla-corte-dei-faraoni-big-25-965La XVIII dinastia egizia vide la presenza di alcuni sovrani guerrieri (Thutmose I, Thutmose III e Amenhotep II) che svolsero un’azione di conquista e controllo delle città stato del Vicino Oriente, incrementando considerevolmente i tributi che annualmente arricchivano il tesoro del regno.
La dinastia si caratterizzò anche per il nascere di due anomalie religiose: il regno del faraone donna Hatshepsut, matrigna e coreggente di Thutmose III, e il periodo “eretico” di Akhenaton (donna).
La comprensione di queste “eresie” porta a riconsiderare la religione egizia, ipotizzando un’antica religione stellare, basata su 8 / 12 divinità associate agli astri del Sistema solare.
L’originale visione di una dea madre stellare (Horus l’antico / Hathor) e un dio padre stellare (Ra / Horakhty) venne sostituita dal Mito di Osiride, che, ispirandosi a una catastrofe planetaria che coinvolse alcuni pianeti del Sistema solare, costruì un’allegoria del Diluvio Universale del 5500 a.C., creando alcuni importanti sincretismi degli dei stellari: Hathor, Sah e Apophys, con gli dei terreni: Iside, Osiride e Set.
La religione di Osiride fu associata alle teofanie solari: Ra (Era del Toro) e Amon (Era dell’Ariete), ma esse furono sottovalutate dai sovrani Hatshepsut e Akhenaton, su ispirazione rispettivamente dell’ebreo Senenmut e della mitannica Nefertiti.
L’influenza di personaggi mitannici a corte si può cogliere con la presenza: della principessa Mutemuia, del principe Yuia e della sua sposa Tuia, della loro figlia Tiye e della principessa Gilu Heba / Nefertiti.
Alcune situazioni sembrarono compromettere la dinastia: la sterilità di Tiye, la nascita di un solo erede maschio, Thutmose, una malattia di Amenhotep III e una grave epidemia di peste.

Autore: Antonio Crasto

Per Ordinare Il Libro: I Mitanni alla Corte dei Faraoni

Pubblicato il Lascia un commento

Una Goccia nel Mare

goccianelmareQuesta storia vera, vissuta in ogni minimo dettaglio raccontato, è stata ricondotta in questo racconto di vita familiare per portare un messaggio che sia utile a tutte quelle persone che hanno voglia di arricchire loro stessi e gli altri investendo sul progetto famiglia. Dirò in modo molto sincero che raccontare questa mia e nostra esperienza è stato molto complicato sia nel trovare le parole sia le espressioni adeguate alla trasmissione delle emozioni che ci hanno entusiasmato e a volte turbato lungo questo percorso della nostra “famiglia in espansione”. Affrontare la genitorialità e la fratellanza “di cuore” tramite l’affido o l’adozione è un gesto importante ed è assolutamente positivo se è fatto con reciprocità affettiva e ricerca di rapporti familiari autentici, che possono essere schietti nel bene e nel male così come sono con i figli e i fratelli naturali. Non deve esserci la compassione, ma la condivisione delle situazioni da affrontare nel rispetto di tutti gli attori della famiglia. In una società, degna di questo nome, deve essere vivo l’interesse per l’altro affinché anche le persone più svantaggiate abbiano le opportunità adeguate per avere un destino dignitoso e rispettabile. E’ fondamentale in questo momento sentirsi cittadini del mondo senza frontiere di nessun tipo per comprendere le necessità di persone che hanno il colore della pelle diverso dal nostro. Persone comunque da accogliere per iniziare a “camminare insieme” nella strada prima del cuore e subito dopo della vita. Spero di potervi incuriosire a tal punto da rendervi pronti a sperimentare personalmente la vostra “genitorialità di cuore” accogliendo “un figlio nella vostra realtà”. E questo messaggio che parte ora, mi piace immaginarlo su un piccolo foglio arrotolato nel becco di una candida colomba che lo depositerà in un angolo riparato del vostro grandissimo cuore…

Una Goccia nel mare di Meri Lolini

Harmakis Edizioni

129 pagine

Prezzo Euro 13,50

ISBN :978-88-98301-08-09

Ordina Il Libro

Pubblicato il Lascia un commento

L’Ultima Malattia di Eugenio D’Aniello

ultimamalattiaL’ A u t o re, medico specialista in Oculistica, ed Ufficiale Medico dell’Esercito, che vive e lavora in provincia di Napoli, noto nel suo campo anche per l’intensa attività di consulenza e di informazione, dopo aver sperimentato di persona, a livello professionale e familiare, vicende di grande impatto a livello di salute, in seguito alle quali si è anche avvicinato a medicine “non convenzionali”, passa in rassegna le emozioni collegate a storie di malati e malattie, ma anche episodi di guarigione. Tali emozioni vengono raccontate anche per quanto riguarda i medici e i familiari che hanno assistito gli ammalati.

L’esposizione è resa scorrevole e comprensibile a tutti, mediante il racconto di una serie di storie, come un “film a episodi”, con trame completamente diverse e con evoluzioni diverse: si va da storie di famiglie “normali” di un’Italia del Sud, a storie di famiglie di medici, ad episodi in Ospedali o strutture pubbliche del nostro sistema sanitario, a storie ambientate in territorio di guerra in Kosovo. Ne deriva un quadro emblematico di un certo modo di condurre la “sanità” italiana del XXI secolo, con il suo alto contributo tecnologico, con le sue contraddizioni ma, forse, con una insufficiente attenzione all’unità corpo – mente – spirito e alla sua influenza sullo stato di salute.

Titolo: L’Ultima Malattia

Autore: Eugenio D’Aniello

Editore: Harmakis Edizioni

Collana: Narrativa

Data di Pubblicazione: gennaio2014

Prezzo euro 13,00

Isbn: 978-88-98301-05-8

Ordina Il Libro

Pubblicato il Lascia un commento

Tornerà la mia estate, un libro al centro di un dibattito ancora troppo aperto.

 

presentazioneVenerdì 31 maggio, presso la Biblioteca Comunale di Montevarchi (AR), si è svolto l’evento: Conversazioni sul libro Tornerà la mia estate.

Leonardo Lovari e Andrea Falciani sono i due autori di una storia che ha radici nell’attualità dell’argomento: la contesa di una bambina nata da genitori separati appartenenti a due diversi Paesi.

E come si legge nella quarta di copertina del libro, edito dalla Harmakis Edizioni, “Il mondo sta cambiando, si sta globalizzando. Diverse etnie si spostano per cercare fortuna in paesi più ricchi. Questa mescolanza di razze ha portato ad avere relazioni tra uomini e donne di altri paesi. Da queste unioni nascono dei figli ma, molte volte, queste unioni si rompono e spesso uno dei due genitori si porta via nel paese di origine i propri figli, sottraendoli all’altro genitore.” Ed è qui che nascono le tragedie, le storie infinite di dolore da tutte le parti, ma specialmente per i bambini che,  in quanto minori, non hanno alcuna possibilità di scelta e sono costretti a subire le decisioni di un adulto che li sradica dalla terra in cui sono nati e cresciuti oppure di un tribunale.

Quella di Tornerà la mia estate è e sarà una delle storie che continuano e continueranno a ripetersi, che continuano e continueranno a mettere dentro l’occhio del ciclone ‘affidamento’, dei bambini che chiedono solo serenità e amore, che chiedono solo di poter vivere la loro vita senza dover essere allontanati da ciò che gli appartiene e di non dover essere oggetto di liti, dispute e controversie legali difficili e molto lunghe da sopportare per le loro menti di fanciulli.

A presentare l’evento una persona molto competente nella gestione dei conflitti e l’educazione dell’affettività, Nicoletta Cherubini, da molti anni progettista e docente di percorsi formativi rivolti a docenti, allievi e genitori.

Una serata veramente interessante è stata, quindi, quella della presentazione del libro Tornerà la mia estate in cui il dibattito si è protratto fino a tarda sera e alla quale è intervenuto l’assessore alla Cultura di Montevarchi, Pierluigi Fabiano.

 

Anna Rita Scheri