Abbiamo intervistato Antonio Viglino che ci ha parlato del suo ultimo lavoro “La rivelazione della Sfinge”.
Antonio Viglino, piemontese, collabora da tempo con la rivista online Margutte ed è autore di studi a carattere filosofici e di un saggio, recentemente pubblicato, di archeologia “alternativa” La Rivelazione Della Sfinge (Harmakis Edizioni, 2024) uno studio sui tre templi che costituiscono l’area delle piramidi e della Sfinge a Giza, interpretato come il progetto della Creazione dell’uomo da parte di esseri superiori.
Lo abbiamo intervistato per i suoi lettori.
Come è nata l’idea alla base di un libro così particolare?
Non appena realizzai la scoperta decisi di divulgarla ma ho lasciato passare vent’anni prima di scrivere il libro perché non ne volevo parlare fino a che non avessi risolto le implicazioni e i presupposti che la scoperta stessa mi imponeva chiarissi; così, in un lungo percorso, per oltre un ventennio mi dedicai alla riscoperta della filosofia, alla lettura dei testi fondamentali del pensiero occidentale, dell’alchimia, della Qabbalah, dello gnosticismo, nonché, va da sé, sull’egittologia e, infine, scoprii i Tantra.
Una lettura che ti ha influenzato?
Mi ero sempre fermamente astenuto dal leggere testi provenienti dall’India, per il timore che la mentalità occidentale me ne avrebbe precluso l’intesa; avevo però nella biblioteca il Tantraloka di Abhinavagupta, così constatai che tutte le nozioni fondamentali del pensiero essenziale heideggeriano trovano riscontro letterale per identità noetica; mi appassionai ai Tantra avendone la chiave di ingresso grazie in particolare alla lettura dei testi di Heidegger.
Parliamo dei Tantra Del Pensiero Occidentale. E’ il progetto di un’opera tripartita, della quale La Rivelazione Della Sfinge costituisce, in realtà il secondo capitolo; nel primo metto a confronto il pensiero di Platone con il pensiero effettivo di Heidegger e con i testi esoterici delle diverse Tradizioni, ma è ancora inedito.
La Rivelazione Della Sfinge come si collega al precedente lavoro?
La prima versione de La Rivelazione Della Sfinge (con il titolo Nel regno di Zokar) era legata ai Tantra del pensiero occidentale ma era molto sintetica e stringata e così estrapolai nozioni da quel testo e le integrai da rendere chiara l’essenza del mio progetto, una trilogia della quale lo studio sulla Sfinge dovrebbe essere seguito da uno in cui parlo della equazione tra dèi, Atlantide e Kundalini.
Pensi di pubblicarlo, in futuro?
Dopo averlo approfondito, mi piacerebbe.
Quanto c’è di te e delle tue esperienze personali nel tuo libro?
Mai una persona che scrive di esoterismo può dire se nello scritto siano riversate sue proprie esperienze, perché entrerebbe in conflitto con la finalità stessa del testo esoterico, la quale è quella di perpetuare la Tradizione della Scienza Sacra.
Qual è il tuo rapporto con i tuoi lettori?
Chi scrive testi esoterici da un lato non può che essere disponibile a rispondere alle domande che gli siano sinceramente poste, e dell’altro, però, non mira ad imporre la visione della realtà che espone.
E’ facile conciliare l’attività di scrittore con la vita di tutti i giorni?
Per me è sempre stato molto facile, perché scrivere è un gioco, lila si dice in India, e a giocare ci si diverte solo se se ne ha l’entusiasmo.
Come ti descriveresti, come lettore?
Onnivoro e mi dispiace un po’ di non poter leggere libri che immagino interessanti ma che non hanno attinenza con i sentieri che seguo.
Come sei arrivato alla pubblicazione del tuo libro?
La mia Casa Editrice si chiama Harmakis e pubblica testi di egittologia (mi pare sia l’unico editore italiano dei Testi delle Piramidi, con testo geroglifico, traslitterazione e traduzione) e di esoterismo: quindi si può dire il luogo naturale per la mia Sfinge, però temevo un rifiuto; invece l’editore sin da subito è stato entusiasta del mio libro, e ogni fase editoriale è stata anch’essa un gioco, seppur impegnativo.
Come valuti l’influenza e l’importanza delle reti sociali e della tecnologia per uno scrittore indipendente o comunque che pubblica al di fuori dei colossi dell’editoria?
Tempus regit actum: viviamo nella civiltà della tecnologia sempre più estrema, sempre più per certi versi utile e per altri demenziale, non resta che prenderne atto; al di là di questa battuta filosofica, trovo che le reti sociali oggi siano importanti, per i piccoli editori come per i grandi, per promuovere le pubblicazioni.
Fonte: www.novitainlibreria.it