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Il Mandala, l’arte sacra della “centratura”

Mandala è una parola sanscrita che significa “cerchio”; esso indica la forma primordiale che rappresenta il tutto, la completezza e l’unità. Il cerchio, come simbolismo della sfera, racchiude la totalità del mondo. Anche come forma bidimensionale “viaggia senza lasciare traccia”, come il percorso infinito della sua circonferenza intorno a un centro eternamente immutabile.

Questo archetipo antico e durevole risuona profondamente nella psiche umana. Si trova in tutte le culture e in tutte le epoche. Nei miti della creazione di molte civiltà troviamo che il mondo comincia all’interno di un “Uovo Cosmico” – l’universo che si schiude dal ricco nucleo al suo centro. Ora sappiamo che l’universo effettivamente si espande in modo sferico da un piccolo punto adimensionale nella vastità del tempo e dello spazio. E, come nel big bang, la radicale espansione esponenziale dello zigote fecondato sviluppa il corpo umano dividendo le cellule sferiche per creare la forma. Da ovulo nel grembo al seno di nostra madre, ci nutriamo grazie a delle sfere.
Come un archetipo, il Mandala risuona con questi principi che spaziano dal microcosmo al macrocosmo. La forma diventa un diagramma cosmico che modella la struttura organizzativa della vita stessa. Come un modello di arte sacra, rappresenta la centratura del sé in allineamento con il cosmo.

La vita stessa si dispiega “da dentro a fuori”, portando il suo impulso al centro delle sue forme. Al centro di tutte le piante e degli animali c’è un spazio cavo attraverso il quale i fluidi della vita pulsano, cha si tratti di linfa o di sangue. Dalla radice al tronco e ai rami, la linfa scorre nell’albero come la clorofilla scorre nel centro del gambo, e così come i fluidi cerebrospinali pulsano al centro della colonna vertebrale dei mammiferi. La differenza tra fibre naturali e fibre sintetiche è che le fibre naturali contengono un foro nel loro centro che permette alla forza vitale di fluire verso tutte le parti della pianta. Le fibre artificiali non hanno un passaggio per la forza vitale. Tutto ciò che è vivo ha un’apertura al centro dove la forza vitale scorre.

Per armonizzarci con la vita che dobbiamo vivere partendo dal nostro centro e il Mandala è un veicolo per questo movimento di centratura. Carl Jung ha scoperto che il Mandala è un potente archetipo della psiche umana, e potrebbe essere utilizzato come un efficace strumento terapeutico. Nella sua esplorazione pionieristica dell’inconscio, Jung ha osservato il motivo del cerchio che appariva spontaneamente sia nelle proprie opere d’arte sia nei disegni dei suoi clienti. Ha appurato che la voglia di fare dei mandala emerge nei momenti di intensa crescita personale. Il loro aspetto riflette un profondo processo di riequilibrio in corso nella psiche.

Jung si riferisce al mandala come a “l’espressione psicologica della totalità del sé”. All’interno di ogni psiche umana c’è l’unità al centro del nostro Essere. Questo seme del Sé riposa al centro, contenendo sia l’unità primordiale esistente “prima dell’inizio” e la promessa di una unione con un ordine superiore alla fine del viaggio della vita. Così l’archetipo del Mandala risuona sia la totalità primordiale nel grembo della creazione, sia l’unificazione degli opposti attraverso la quale cresciamo verso una più matura definizione.

“Il mandala ha uno scopo conservativo – per ripristinare un ordine preesistente. Ma ha anche lo scopo creativo di dare espressione e forma a qualcosa che ancora non esiste, qualcosa di nuovo e unico … Il processo è quello della spirale ascendente, che cresce verso l’alto tornando contemporaneamente sempre allo stesso punto. (Jung, “L’uomo e i suoi simboli”)

Nel Mandala, le polarizzazioni e le opposizioni – che sono il seme della nostra identità – sono alchemicamente unite in modo che la psiche possa giungere alla pace e alla completezza. Simbolicamente, gli aspetti polari del macro-cosmo e l’individuo sono uniti fra loro. La dualità intrinseca della creazione è stata risolta.

Il Mandala ci porta al centro, rivelando ciò che è al nucleo. Catalizza il processo di trasformazione. Ho lavorato con il Mandala dal 1980 e ho visto la sua magia rivelata nell’esperienza di centinaia di studenti. Può essere semplice come la colorazione di un cerchio, ed esprime le energie di ciò che c’è in superficie, ciò che si trova più in profondità e ciò che si trova al centro della nostra vita. Si può sperimentare anche come “spazio” camminando all’interno del labirinto Dromenon (situato sul pavimento della cattedrale di Chartres), o attraverso la danza all’interno di un cerchio. Quando lavoriamo con il Mandala, il flusso caotico della nostra vita rimane in superficie, mentre ci muoviamo attraverso strati progressivamente più profondi dell’essere.

Creare e interagire con i mandala aiuta a ricalibrare la nostra armonia e integrità. La vita interiore diviene riordinata e risanata. Attraverso il Mandala ci allineiamo con il cosmo, e quando ci sentiamo al nucleo del nostro Essere, attingiamo all’unità da cui il cosmo si manifesta in tutte le sue molteplici forme.  In sostanza, torniamo a casa.

Dana Lynne Andersen è la direttrice dell’Accademia d’Arte, Creatività e Consapevolezza. Un pioniere nell’uso dell’arte e della creatività come mezzi per innalzare la coscienza, Dana insegna ed espone le sue opere in tre continenti.

di Dana Lynne Andersen.

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