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RUPERT SHELDRAKE

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Nato a Newark-on-Trent, in Inghilterra, Sheldrake ha studiato biologia a Cambridge e filosofia a Harvard. Ha conseguito un dottorato di ricerca in biochimica a Cambridge nel 1967 e, nello stesso anno, è entrato a far parte del Clare College di Cambridge. È stato direttore del dipartimento di biochimica e di biologia cellulare in questo college fino al 1973. Ha fatto parte della Royal Society e, a Cambridge, ha studiato lo sviluppo delle piante e l’invecchiamento delle cellule. Dal 1974 al 1978 è stato responsabile del dipartimento di fisiologia delle piante presso l’International Crops Research Institute for the Semi-Arid Tropics (ICRISAT) di Hyderabad, in India, e ha continuato a lavorare in questo centro di ricerca come consulente fisiologo fino al 1985. Rupert è l’autore di A New Science of Life e di The Presence of the Past, libri nei quali espone la sua teoria per spiegare il misterioso processo della morfogenesi. Nel 1981 la rivista scientifica britannica Nature ha definito A New Science of Life come «il miglior candidato da dare alle fiamme da molti anni a questa parte», mentre il New Scientist l’ha chiamato «un’importante ricerca scientifica sulla natura della realtà biologica e fisica». Altre opere significative sono The Rebirth of Nature, in cui Sheldrake esamina le implicazioni filosofiche della morfogenesi, e Trialogues at the Edge of the West, scritto con Terence McKenna e Ralph Abraham, in cui analizza e dibatte molte idee sulla natura della realtà.

L’idea che ogni specie, ogni membro di ogni specie, attinga alla memoria collettiva della specie, si sintonizzi con i membri passati della specie e a sua volta contribuisca all’ulteriore sviluppo della specie, comporta una sorta di “risonanza” fra gli individui e i gruppi della specie (per esempio i sottogruppi, razze, etnie, gens, famiglie, ecc., nel caso umano). Nel libro The Presence of the Past, Sheldrake avanza l’ipotesi che i “campi ricordi” non siano effettivamente memorizzati nel cervello, ma piuttosto che possano essere memorizzati in un campo di informazioni al quale si può accedere mediante il cervello. Se questo fosse dimostrato, ciò avvalorerebbe la tesi che la coscienza umana, i nostri ricordi personali e il nostro senso dell’io possano sopravvivere alla morte biologica. Di particolare importanza, nella teoria di Sheldrake, è il concetto di risonanza morfica. Ogni insieme complesso ed organizzato di attività di un individuo (animale superiore o uomo), che comprende anche sogni, esperienze mistiche nell’uomo, stati alterati della coscienza ed altro, possiede una sua struttura: questi stati mentali e queste attività possono essere trasferiti da un individuo all’altro, proprio grazie al meccanismo di risonanza morfica.

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Il meccanismo di risonanza morfica assicurerebbe, in un modo che Sheldrake ha contribuito ad analizzare negli ultimi trent’anni di ricerca, la capacità di condivisione delle “abitudini” che gli organismi (virus compresi) acquisiscono nel processo evolutivo: queste “abitudini” sembrano “risuonare” all’interno della specie. Esse creano la possibilità di una nuova acquisizione come, per esempio, una nuova capacità di resistenza in un virus, un nuovo apprendimento collettivo, ma separato nello spazio e condiviso da una determinata specie (come negli esperimenti sull’apprendimento di sequenze nei ratti) o come la capacità di certe molecole di assumere configurazioni di struttura quaternaria che sono estremamente improbabili tra le migliaia possibili: esse, sorprendentemente, vengono puntualmente assunte in ogni situazione identica in spazi diversi e lontani e risultano perfettamente inserite ed adattive per il progetto di costruzione di quella determinata proteina.

Secondo la teoria di Sheldrake, se un certo numero di persone sviluppa alcune proprietà comportamentali o psicologiche od organiche, queste vengono automaticamente acquisite dagli altri membri della stessa specie. Così, se una buona parte dell’umanità raggiunge un certo livello di consapevolezza spirituale, questa stessa consapevolezza si estenderebbe per risonanza morfica ad altri gruppi, coinvolgendo quindi l’intero sistema (questo numero di persone o comunque di individui appartenenti ad ogni altra specie in cui si verificherebbe un analogo fenomeno è chiamato massa critica). Ogni trasformazione individuale comporta una modificazione del sistema e chi si trova all’interno di questo sistema viene inevitabilmente coinvolto. Cominciamo quindi a trasformare noi stessi. Questo è il massimo che possiamo fare. La trasformazione personale è l’arma più potente che si possa usare per modificare l’umanità e l’intero pianeta. Questa esemplificazione discende dalla controversa teoria della “causalità formativa” di Sheldrake, che ovviamente implica un universo non meccanicistico e governato da leggi che sono esse stesse soggette a cambiamenti.

  • A New Science of Life (1981, seconda edizione 1985)
  • La presenza del passato Edizioni Crisalide (1988) ISBN 978-88-7183-197-8
  • The Rebirth of Nature (1990)
  • Sette esperimenti per cambiare il mondo Edizioni Castelvecchi, (2013) ISBN 978-88-7615-882-7
  • Dogs that Know When Their Owners are Coming Home (1999)
  • La Mente Estesa. Il senso di sentirsi osservati e altri poteri inspiegati della mente umana Urra Edizioni (2006) ISBN 978-88-5032-462-0
  • Le illusioni della Scienza Urra edizioni (2013)

Con Ralph Abraham e Terence McKenna:

  • Trialogues at the Edge of the West (1992)
  • The Evolutionary Mind (1988)
  • Chaos, Creativity and Cosmic Consciousness

Con Matthew Fox:

  • Natural Grace (1996)
  • The Physics of Angels (1996)

In Uscita: I Poteri Estesi della Mente – Harmakis Edizioni

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