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[:it]Intervista al Dott. Zahi Hawass a Bologna[:en]Interview with Dr. Zahi Hawass in Bologna[:]

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Intervista al Dotto. Zahi Hawass presso il Cinema Nosadella di Bologna prima della Conferenza “Magia delle Piramidi”

[:en]BANNERBOLOGNAInterview with Dr. Zahi Hawass at the Cinema Nosadella of Bologna before the Conference “magic of Pyramids”

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[:it]A casa di Gurdjieff per Natale[:en]At home Gurdjieff for Christmas[:]

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Come esempio della maniera non dogmatica e del tutto pratica che aveva Gurdjieff di insegnare, racconterò quello che mi è capitato la vigilia di Natale (il Natale russo che viene in ritardo di tredici giorni rispetto al nostro). Ero stato convocato a casa sua dove trovai un altro dei suoi allievi. Il padrone di casa ci fece entrare nel salone che era vuoto e al centro del quale erano stati deposti dei giocattoli, dei dol­ciumi e delle arance. Si trattava di ripartirli in piccole buste di carta affinchè ogni bambino avesse la sua parte.

Un grazioso abete, appena riportato dal mercato dei fiori, testimoniava che tutto sarebbe stato fatto secondo le regole. Mi sentii in dovere di trasformarlo in albero di Natale. Ave­vo a portata di mano delle ghirlande, le candele e le stelle necessarie. Per un alsaziano come me era un’occupazione profondamente soddisfacente. Il mio compito era terminato o quasi quando Gurdjieff entrò, gettò un rapido sguardo ai nostri lavori e, avvicinan­dosi all’albero, mi fece segno di appenderlo al soffitto. Non credevo ai miei occhi. «Ma… Signore… al soffitto là in alto? La punta in basso? Le radici per aria?». Era proprio quello che voleva. Non mi restava che spogliare l’abete e, montato su di uno sgabello, fissare alla meglio le radici al soffitto. Quanto alle candele, non avevo avuto nessuna in­dicazione e Gurdjieff era già uscito dalla stanza. Questa storia lascia perplessi. Si fa presto a dire: «Que­st’uomo non fa niente come tutti gli altri. Smettete di in­terrogarvi su di lui». Io invece gli attribuisco un’intenzione precisa. Ma qual era in questo caso? Chi ha orecchie per intendere, intenda.

(Tratto dal libro Monsieur Gurdjieff, ma lei chi è? di Renè Zuber)

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As an example of a non-dogmatic and quite practical that Gurdjieff had to teach, I tell you what happened on Christmas Eve (the Russian Christmas, which is delayed by thirteen days compared to ours). I had been summoned to his house, where I found another one of his students. The host made us enter the living room that was empty and the center of which had been deposed toys, candy and oranges. It was to allocate them in small paper envelopes for each child had his share.

A lovely fir, just quoted from the flower market, testified that everything would be done according to the rules. I felt compelled to turn it into Christmas tree. I had to hand garlands, candles and the stars needed. For an Alsatian like me was an occupation deeply satisfying. My job was finished or almost when Gurdjieff came in, threw a quick look at our work and, approaching the tree, signaled me to hang it from the ceiling. I could not believe my eyes. “But … Lord … the ceiling up there? The tip at the bottom? The roots for air? “. It was just what he wanted. I just have to strip the fir and, mounted on a stool, staring at the ceiling better roots. As the candles, I had had no indication and Gurdjieff had already left the room. This story is puzzling. It’s easy to say, “This man does nothing like everybody else. Stop to question you about him. ” I will attach the precise intention. But what it was in this case? He who has ears to hear, let him hear.

(From the book Monsieur Gurdjieff, but who are you? Rene Zuber)

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[:it]La Chiesa di Darwin di Valentino Bellucci[:en]The Church of Darwin Valentino Bellucci[:]

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Cosa succede quando il mondo scientifico cade nella trappola dei dogmi e delle ideologie? Succede che ogni tentativo di scardinare tali dogmi viene visto come un atteggiamento antiscientifico; il massimo esempio di tale situazione si può osservare nelle teorie dell’evoluzione, da Darwin in poi…


Ma oggi tali teorie non solo non sono confermate da prove reali, esse sono del tutto insostenibili. Molti scienziati, fuori dal coro, hanno avuto il coraggio di denunciare l’ideologia degli evoluzionisti e il loro dogmatismo, ma hanno puntualmente subito ostracismi e minacce. Non si tratta, come in America, dello sterile dibattito tra evoluzionisti e creazionisti biblici; genetisti, biologi molecolari, paleontologi e molti altri affermano ormai l’evidenza di un disegno intelligente, di una progettazione di ogni sistema vivente.

Questa idea era accettata da uomini come Voltaire e come Leonardo… erano anche loro dei fanatici della Bibbia? No, semplicemente accettavano l’intelligenza come causa di un ordine, di una informazione. Questo saggio analizza gli studi degli scienziati dissidenti, di tutti coloro che, da veri eretici, non hanno accettato i dogmi della “Chiesa di Darwin”.

Valentino Bellucci
LA CHIESA DI DARWIN
Harmakis Edizioni
NOVEMBRE 2015
Collana: Saggi
Formato: 150 x 210
Confezione: Brossura
Pagine: 128
Prezzo: 16,00
ISBN 978-88-98301-3-17

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What happens when science falls into the trap of dogma and ideology? What happens is that any attempt to undermine these dogmas is seen as an anti-scientific attitude; the ultimate example of this can be seen in the theories of evolution since Darwin


But today these theories not only are not confirmed by actual evidence, they are completely unsustainable. Many scientists,from the pack, they have had the courage to denounce the ideology of evolutionists and their dogmatism, but have regularly suffered ostracism and threats. It is not, as in America, the sterile debate between evolutionists and creationists biblical; geneticists, molecular biologists, paleontologists, and many others now say the evidence of intelligent design, a design of every living system.

This idea was accepted by men like Voltaire and like Leonardo were too fanatical about the Bible? No, simply they accepted the intelligence as the cause of an order, an information. This paper analyzes the studies of dissident scientists, of all those who, by real heretics, did not accept the dogma of the Church of Darwin”.

Valentino Bellucci
THE CHURCH OF DARWIN
Harmakis Editions
November 2015
Series: Essays
Format: 150 x 210
Packaging: Paperback
Pages: 128
Price: 16,00
ISBN 978-88-98301-3-17

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[:it]Magia delle Piramidi, recensione di Silvia Turrin [:en]Magic of the Pyramids, review of Silvia Turrin[:]

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foto Hawass

La civiltà dell’Antico Egitto continua ad affascinare non solo i cultori di archeologia e storia. Simboli imponenti quali la Sfinge e le piramidi edificate per volontà di Cheope, Chèfren e Micerino rappresentano una straordinaria eredità consegnataci a noi posteri dagli Egizi, un popolo che visse sulla Terra guardando al cielo. Negli ultimi decenni, è in atto un forte revisionismo che ha toccato anche la storia archeologica dell’Antico Egitto. Sono stati scritti e vengono ancora adesso pubblicati testi, molti dei quali di dubbio tenore scientifico, che mettono in discussione talune conoscenze di quell’epoca, in primis le datazioni della Sfinge. Maestoso simbolo de Il Cairo e della piana di El Giza, la Sfinge si ritiene sia stata edificata intorno al 2660-2500 a.C., ma taluni personaggi mettono in dubbio la datazione ufficiale lanciando teorie e supposizioni che non hanno ancora trovato riscontro.

Ciò che davvero è certo è che la Sfinge e le piramidi e altri simboli archeologici dell’Antico Egitto sono in pericolo. Il passare del tempo, le tempeste di sabbia, l’erosione causata dalle acque, le escursioni termiche, e poi ancora interventi di restauro inopportuni hanno provocato danni a molti monumenti. Anche l’afflusso di turisti e, addirittura, eventi organizzati ai piedi della Sfinge – come alcuni concerti di musica pop e rock – hanno contribuito ad aggravare la fragilità di quest’opera d’arte che è riuscita a resistere per millenni.

Colui che da decenni sta portando avanti un lavoro di conservazione è il conosciuto Zahi Hawass, archeologo ed egittologo egiziano, direttore degli scavi presso Giza, Saqqara, Bahariya, e la Valle dei Re. Questo lungo periodo di attività archeologica, le ricerche, gli ostacoli, i problemi avuti sin dagli anni Ottanta del secolo scorso vengono da lui raccontati nel libro Magia delle Piramidi. Le mie avventure in Archeologia edito da Harmakis Edizioni (2015). Il saggio, curato e tradotto per l’Italia dalla Dott.ssa Maria Stella Mazzanti è dedicato a Mark Lehner, archeologo, stretto collaboratore dell’Autore. Insieme, per 30 anni, Hawass e Lehner hanno lavorato in Egitto, hanno realizzato scavi, effettuato scoperte incredibili, trovato soluzioni a deterioramenti che sembravano irrisolvibili.

sphinx

La Magia delle Piramidi conduce il lettore nella terra dei faraoni, tra sfingi – perché si scopre, leggendo il testo, che ve ne sono altre in Egitto, più piccole – camere segrete e passaggi interni alle piramidi stesse. Zahi Hawass, fornendo dati, riferimenti, immagini, racconta il passato e il presente dei principali simboli dell’Antico Egitto, descrive le spedizioni dei primi archeologi, gli errori commessi e i progetti successivi fondati su un’alta tecnologia compiuti per salvare la Sfinge e per effettuare ricerche al suo interno al fine di scoprire le stanze segrete. Suddiviso in 12 Capitoli e arricchito da immagini che fotografano luoghi e importanti momenti della ricerca archeologica – come il pozzo di Osiride e l’apertura del sarcofago della Regina Shesheshet – il volume intende fare chiarezza scientifica su alcuni punti, ancora controversi, di questa storia egiziana così affascinante. Alcuni progetti, portati avanti grazie all’impiego di robot in grado per esempio di addentrarsi nei passaggi della grande piramide di Cheope, hanno permesso di riportare alla luce altre vestigia, come la piramide di Khut e la tomba del figlio di Teti. Questo e altro ancora viene svelato da Zahi Hawass, l’archeologo egiziano più noto al mondo.

Silvia C. Turrin

Magia delle Piramidi

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foto Hawass

The civilization of Ancient Egypt continues to fascinate not only the lovers of archeology and history. Imposing symbols such as the Sphinx and the pyramids built by the will of Cheops, Chephren and Mycerinus are a unique heritage passed down to posterity by the Egyptians, a people who lived on Earth looking to the sky. In recent decades, it is undergoing a strong revisionism that has also affected the archaeological history of Ancient Egypt. They have been written and are still now published texts, many of them of dubious scientific content, questioning certain knowledge of that time, primarily the dating of the Sphinx. Majestic symbol of Cairo and the plain of El Giza, the Sphinx is believed to have been built around 2660-2500 BC, but some people question the official launching date theories and assumptions that have not been reflected.
What is certain is that really the Sphinx and the pyramids and other archeological symbols of Ancient Egypt are in danger. Over time, dust storms, erosion caused by water, the temperature changes, and then again restorations have caused undue damage to many monuments. Although the influx of tourists and even events held at the foot of the Sphinx – as some concerts of pop and rock music – have helped to exacerbate the fragility of this work of art that has managed to hold on for millennia.
He who for decades is conducting conservation work is known Zahi Hawass, the Egyptian archaeologist and Egyptologist, director of excavations at Giza, Saqqara, Bahariya, and the Valley of the Kings. This long period of archaeological work, research, obstacles , the problems we had since the eighties of the last century are narrated by him in the book Magic of the Pyramids. My Adventures in Archaeology, published by Editions Harmakis (2015). The essay, edited and translated by Italy by Dr. Maria Stella Mazzanti is dedicated to Mark Lehner, an archaeologist, a close associate of the author. Together for 30 years, Hawass and Lehner have worked in Egypt, they have made excavations, made incredible discoveries, found solutions to deterioration that seemed unsolvable.

sphinx

The Magic of the Pyramids leads the reader to the land of the Pharaohs, sphinxes between – because it turns out, reading the text, that there are others in Egypt, smaller – secret chambers and passages inside the pyramids themselves. Zahi Hawass, providing data, references, pictures, tells the past and present of the main symbols of Ancient Egypt, describes shipments of the first archaeologists, the mistakes and the subsequent projects based on high technology made to save the Sphinx and search within it in order to discover the secret rooms. Divided into 12 chapters and enriched with images which capture important moments and places of archaeological research – such as Osiris Shaft and the opening of the sarcophagus of Queen Shesheshet – the book aims to clarify some points of scientific, yet controversial, this Egyptian history so fascinating. Some projects carried out through the use of robots can for example go into the steps of the great pyramid of Cheops, they have helped to bring to light other vestiges, like the pyramid of Khut and the tomb of the son of Thetis. This and more is revealed by Zahi Hawass, the Egyptian archaeologist best known worldwide.

Silvia C. Turrin

Magia delle Piramidi

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[:it]Memorie di una Viaggiatrice dello Spirito[:en]Memories of a traveler of the Spirit[:]

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Il libro è un’autobiografia nella quale l’autrice ripercorre tutti i momenti fondamentali del suo cammino spirituale: gli incontri con diversi maestri e con gruppi di diverse scuole esoteriche, le prove iniziatiche, i viaggi esteriori ed interiori, le piccole e grandi realizzazioni spirituali. L’autrice racconta come il cammino spirituale abbia cambiato completamente la sua vita sin da quando, appena adolescente, si è trovata a vivere parallelamente alla crescita reale la sua crescita spirituale. Vengono riportati integralmente gli insegnamenti orali ricevuti, che le hanno tracciato una
mappa di quel cammino che l’ha condotta ad esplorare l’Ignoto.

L’antroposofia, il Raja-Kriya yoga, l’ermetismo e l’alchimia, in una pratica assidua e costante, le hanno rivelato profonde analogie con lo sciamanesimo di Castaneda e la Quarta Via di Gurdjieff: percorsi che, pur apparentemente diversi, sono confluiti coerentemente in un cammino unico e personale, lungo il quale ogni incontro, ogni libro e ogni insegnamento hanno avuto importanza. Gli insegnamenti dei vari maestri si sono via via riuniti come ad essere frammenti destinati a formare un quadro completo e ricco di significati. E l’Ignoto, sempre imprevedibile e sorprendente, ha condotto l’autrice lungo sentieri prima inimmaginabili. Se diventa pratica costante, vissuta in ogni attimo dell’esistenza, la spiritualità si intreccia profondamente con la vita, dando origine a misteriose coincidenze e incredibili esperienze, delle quali viene data ampia testimonianza in questo libro.

HERMELINDA
Memorie di una Viaggiatrice dello Spirito
Sulla via dello yoga, tra i sentieri dell’ermetismo, dell’alchimia e dello sciamanesimo.
Harmakis Edizioni
Collana: Saggi
Formato: 200 x 280
Confezione: Brossura
Pagine: 384
Prezzo: 29,00
ISBN 978-88-98301-25-6

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The book is an autobiography in which the author recounts all the key moments of his spiritual journey: meetings with various teachers and groups of different esoteric schools, the initial trials, the outward and inward journeys, small and great spiritual realizations . The author tells how the spiritual path has completely changed his life ever since, as a teenager, has had to live alongside the real growth his spiritual growth. They shall be reproduced verbatim the oral teachings received, which have drawn a map of the journey that has led her to explore the unknown.


Anthroposophy, the Raja-Kriya yoga,  shamanism and alchemy, in a constant and assiduous practice, revealed the profound similarities with shamanism of Castaneda and the Fourth Way Gurdjieff: paths which, although seemingly different, are converged consistently in a unique and personal journey, along which every encounter, every book and every teaching they have mattered. The teachings of various masters have gradually gathered as fragments to be designed to form a complete and full of meanings. And the unknown, always unpredictable and surprising, he led the author along paths previously unimaginable. If it becomes constant practice, experienced in every moment of existence, the spirituality is deeply intertwined with life, giving rise to mysterious coincidences and unbelievable experiences, which are given ample testimony in this book.


HERMELINDA
Memories of a traveler of the Spirit
On the path of yoga, through the paths of hermeticism, alchemy and shamanism.
Harmakis Editions
Series: Essays
Format: 200 x 280
Packaging: Paperback
Pages: 384
Price: 29,00
ISBN 978-88-98301-25-6

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Una civiltà evoluta? di Valentino Bellucci

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Una civiltà evoluta?

 Mi sono sempre chiesto da dove sia nata tutta questa sete di sangue e di violenza dell’uomo europeo; altre civiltà ne sono esenti, ancora oggi, e vivono in modo semplice e pacifico, in armonia col cosmo. La studiosa della Preistoria, Marija Gimbutas, scoprì che circa 5000 anni fa delle tribù provenienti dall’Europa medio-orientale invasero le culture del Mediterraneo: “…queste tradizioni millenarie furono troncate di netto: città e villaggi furono rasi al suolo, sparì la magnifica ceramica dipinta, così pure gli altari, gli affreschi, le sculture, i simboli…[…] Le culture antico-europea e Kurgan erano agli antipodi l’una dell’altra. Gli antichi europei erano orticoltori sedentari, inclini a vivere in grandi agglomerati ben pianificati. L’assenza di fortificazioni e di armi attesta l’indole pacifica di questa civiltà egualitaria, che era matrilineare e matrilocale. Il sistema Kurgan era composto da unità di mandriani patrilineari, che vivevano in piccoli insediamenti stagionali e allevavano i loro animali in vaste aree.

Un’economia era basata sulla coltivazione, l’altra sull’allevamento e la pastorizia; le ideologie a esse sottese erano opposte. Il sistema di credenze antico-europeo si concentrava sul ciclo agricolo di nascita, morte e rigenerazione, incarnato dal principio femminile, una Madre Creatrice. L’ideologia Kurgan, come si evince dalla mitologia comparata indo-europea, esaltava gli dèi virili, guerrieri eroici, patroni del fulmine e del cielo…”[1]   C’è del vero nelle scoperte archeologiche e etnologiche della Gimbutas, ma manca una visione più ampia, la visione ciclica. Se le tribù Kurgan hanno invaso le altre culture, pacifiche e dedite all’agricoltura (e quindi sostanzialmente vegetariane), sterminandole – ciò è successo non solo a causa della “addomesticazione del cavallo [che] sembra aver prodotto uno squilibrio tra l’approvigionamento di terreni di pascolo nelle steppe della Russia meridionale e il bisogno di cibo per le mandrie che diventavano rapidamente sempre più numerose.”[2] ma soprattutto a causa di una visione della natura come parte separata, da dominare e sottomettere. I gruppi Kurgan avevano già una struttura sociale che avvalorava il più forte e rituali con sacrifici umani…E avevano perso una visione del tempo ciclica, che le culture della Dea Madre invece seguivano; è con una visione della propria storia come linea separata dalle ciclicità del cosmo che nasce l’europeo violento, dominatore, colonialista, come ha intuito acutamente Jean Servier: “ Differiamo dalle civiltà tradizionali perché vogliamo concepire la storia come un corso lineare…[…] …per esse infatti il passato non è insondabile né l’avvenire misterioso, poiché entrambi sono pagine di uno stesso libro. Tutti gli uomini hanno coscienza di essere i segni scritti sulle pagine di questo libro, foglie di uno stesso Albero della Vita…”[3] Ma dai Kurgan in poi l’Europa sceglie l’Albero della Morte, con tutte le continue guerre per il potere che la storia “lineare” ci racconta, con tutti i genocidi, fino alla situazione attuale, dove all’uomo occidentalizzato non resta che rivolgere quella follia distruttiva su se stesso; il disastro ecologico è quindi il culmine di un tipo umano, che da millenni vive in una costante separazione psichica dal resto dell’armonia cosmica…In fondo gli allevamenti intensivi non potevano che essere la logica follia di una visione dell’animale come oggetto, che già i Kurgan avevano abbracciato. Ma questo disastro rientra anch’esso in un ciclo.

Questo è ciò che gli studiosi stessi ignorano, poiché rifiutano la storia ciclica contenuta nei Purāna, testi enciclopedici di una civiltà avanzatissima sotto ogni aspetto. L’umanità attraversa quattro epoche, con diverse caratteristiche, e l’epoca attuale è denominata Kali-Yuga, cioè età (yuga) perdente (kali), dove domina la violenza e l’autodistruzione. E tale epoca, secondo i calendari vedici, ha avuto origine proprio 5000 anni fa, quando la Gimbutas fa risalire la discesa devastante dei Kurgan…coincidenza? No, semplicemente il cosmo è, appunto, un ordine e in tale ordine le epoche si avvicendano, nel loro eterno ciclo, fino alla dissoluzione dell’universo, anch’essa parte di un ciclo più grande. Quindi non basta, come afferma Riane Eisler, “il passaggio dall’androcrazia alla gilania [che] contribuirebbe a far cessare la politica di dominio e l’economia di sfruttamento”[4], poiché  recuperare il ‘femminile sacro’ senza avere un diverso paradigma del ‘maschile sacro’ è ugualmente alienante e inefficace, come le varie correnti del femminismo e dell’ecologismo hanno dimostrato. Per uscire dall’incubo del Kali-yuga occorre recuperare la radice stessa della ciclicità sacra e la conoscenza immensa che la civiltà vedica ci offre…conoscenza materiale e spirituale insieme. Ho altrove[5] dimostrato che l’antica civiltà vedica non è stata il prodotto delle ‘invasioni ariane’ (sempre legate al paradigma Kurgan) ma è stata una civiltà planetaria dove maschile e femminile erano in perfetta armonia e ogni ordine sociale (varna) serviva all’equilibrio del Tutto.

Nei capitoli di questo saggio ho analizzato i vari aspetti della degenerazione del Kali-yuga, degenerazione che investe la scienza, l’arte, la religione, la medicina…Lo studioso Josipovici così ha sintetizzato la situazione attuale: “ Ed ecco il risultato: trascinato, poi dominato da bisogni materiali sempre nuovi, schiavo di leggi economiche incontrollabili, costruttore di industrie che distruggono la vita, accade che la natura torturata non solo abbia smesso di dargli il minimo sostegno, ma gli si rivolti contro…”[6] Tutti i popoli del pianeta hanno guardato con tristezza alla ‘follia dell’uomo bianco’, follia che non sembra arrestarsi ma accelerare; nel Bhagavata Purāna questa epoca è descritta così: kaler dosa-nidhe, ovvero: un oceano di errori; il testo vedico descrive nel dettaglio la degenerazione fisica, morale, politica, economica e persino ambientale! Eppure abbiamo la possibilità di una via d’uscita, se lo vogliamo.

Valentino Bellucci



[1] M. Gimbutas, Kurgan. Le origini della cultura europea, Medusa, Milano 2010, pag. 72 e 73.

[2] Ivi., pag. 74.

[3] J. Servier, L’uomo e l’invisibile, op. cit., pag. 397 e 401.

[4] R. Eisler, Il Calice e la Spada. La civiltà della Grande Dea dal Neolitico ad oggi, Forum, Udine 2012, pag. 352.

[5] Cfr. V. Bellucci, Le strutture sociali del varnāshrama-dharma, Solfanelli, Chieti 2014.

[6] J. Josipovici, Il fattore “L”, Mediterranee, Roma 1976, pag. 59.

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IL MITO DI OSIRIDE

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Osiride nella teogonia eliopolitana appartiene alla quarta generazione di Dèi, in quanto figlio, insieme a Seth, Iside e Nephtys o Neb-het, di Geb e Nut, la Terra e la Volta Celeste, a loro volta generati da Shu e Tefnut, il Potere dell’Aria e dell’Umidità, portati in atto da Atum, prima. Manifestazione autocreatasi dalla Potenza del Nun, l’Oceano Primordiale. Solo Osiride ed i suoi fratelli sono nati dal rapporto sessuale (se così si può dire) tra gli Dèi, poiché le tre generazioni precedenti sono originate per progressiva individuazione del Principio sul piano dell’esistente. Il mito di Osiride è ben conosciuto, per cui ricordiamo soltanto due particolari che troviamo in alcune versioni e su cui ritorneremo più avanti: Osiride sarebbe stato invitato da Seth ad un banchetto nel corso del quale egli si sarebbe ubriacato, fatto che facilitò al fratello l’ucciderlo o rinchiuderlo in una cassa a seconda delle varianti testuali; altri testi riferiscono che in stato di ebbrezza Osiride violentò la sorella Neb-het, sposa di Seth, dalla quale ebbe il figlio Anubis (il quale quindi sarebbe il fratello maggiore di Horus).

In tutte le versioni comunque Iside recuperò tredici parti del corpo di Osiride fatto a pezzi da Seth (non venne ritrovato il suo fallo, mangiato da un pesce) e li riunì con l’aiuto della sorella Neb-het, per rivivificarli con un atto magico e generare in tal modo Horus. Nei Testi delle Piramidi si trovano tracce però di un differente mito: Osiride sarebbe “caduto” nel fiume o città o regione di Nedit, situata sul Nilo vicino ad Abydos, per opera di Seth, e ritrovato “giacente sul fianco” da Iside: “Il Grande è caduto sul suo fianco, colui che è in Nedit è stato abbattuto” (par. 819); “La tua sorella più giovane [=Iside] è colei che ha raccolto il tuo corpo, che ti ha chiuso le mani, ti ha cercato e ti ha trovato steso sul fianco sulla sponda del fiume Nedit” (par. 1008);

“Iside e Neb-het,  hanno trovato Osiride, suo fratello Seth lo aveva gettato giù a Nedit” (par.1256); “Osiride è stato gettato giù [o deposto?] da suo fratello Seth, ma egli è colui che è in Nedit” (par. 1500). Ricordiamo che i Testi delle Piramidi risalgono alla V e VI Dinastia, e ovviamente la loro antichità è di gran lunga superiore alle testimonianze su Osiride che ci sono pervenute dal Medio e Nuovo Regno, per non parlare del periodo greco-romano, per cui sarebbe interessante approfondire il significato di questa versione.

Quello di Osiride è un mito di morte e di rinascita, affine a quello di molte divinità mediterranee, come Adone, Attis, Dioniso, ma ne differisce per un elemento molto importante: Osiride non ritorna nel suo stato originario di Sovrano dei viventi, quale era stato nominato dal padre Geb, ma diviene “il Signore degli Occidentali”, cioè dei defunti, cedendo al figlio Horus il potere sulla terra. Avviene così una mutazione di stato, passando egli dal piano della realtà manifesta al piano infero: in altre parole, è un Dio che non ha più il potere creatore, e questa condizione è adombrata dalla perdita del fallo, simbolo del potere di generazione. A sottolineare il suo stato di Signore dell’Aldilà Osiride viene rappresentato sempre mummiforme, cioè incapacitato ad agire.

Ciò nonostante, egli fu una delle maggiori divinità dell’Egitto antico, e la sua progressiva affermazione quale divinità del ciclo generativo e quindi della morte e resurrezione di contro a Râ, il Sole mai sottoposto a decadimento e morte, fu probabilmente la conseguenza di quel processo di “democratizzazione dell’Aldilà” iniziato nel Primo Periodo Intermedio e poi proseguito attraverso un plurimillenario percorso fino a sfociare nella religione misterica di Serapis in epoca tolemaica e poi romana. E’ con l’Egitto ellenistico dei Tolomei che i rituali osiriaci arcaici, incontrando la nuova mentalità spiccatamente antropocentrica proveniente dalla Grecia, si trasformano in veri e propri Misteri, affini per struttura e contenuti a quelli che possiamo definire “classici”. I quali costituirono l’aspetto esoterico del culto di alcune divinità greche ed orientali.

Tratto da Anemos- La Vita è un Soffio di Leonardo Lovari

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I SEGRETI codici della GIOCONDA

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Un libro fuori dai soliti schemi, nella sua esposizione semplice senza complicati sofismi letterari vi introdurrà nel mondo esoterico di Leonardo da Vinci, sino ad oggi quasi sconosciuto, svelando i misteri racchiusi nel dipinto più famoso al mondo. Questo libro non è un thriller ma svela finalmente dopo 500 anni i segreti esoterici contenuti nel dipinto della Gioconda grazie anche al ritrovamento di simboli alfanumerici al suo interno.

Il libro si compone di 31 capitoli (il numero dei capitoli è legato numerologicamente al contenuto del libro 3+1=4 e 4 sono i personaggi che permettono la creazione del dipinto). Viene dimostrata l’applicazione sia del Metodo Esoterico “l’ARCANUS METHODUS” che l’applicazione del rettangolo aureo e la conseguente costruzione della spirale aurea all’interno deldipinto. Il saggio di De Santi Abati si pregia della prefazione del Prof. Silvano Vinceti che pur essendo di parere opposto riguardo l’attribuzione della dama ritratta (che per l’autore è senza ombra di dubbio Pacifica Brandani), con parole cariche di ammirazione apprezza il lavoro svolto dall’Autore.

Agostino De Santi Abati

I SEGRETI codici
della GIOCONDA

Harmakis Edizioni

Collana: Saggi
Formato: 165 x 230
Confezione: Brossura
Pagine: 448
Prezzo: 27,00
ISBN 978-88-98301-26-3

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Il Libri di Harmakis in vendita dal Gruppo Mondadori

Mondadori-bookstore

La Harmakis Edizioni è lieta di annunciare che da il 1 Ottobre 2015 i propri titoli saranno in vendita presso la catena delle librerie del Gruppo Mondadori (Mondadori Megastore, Mondadori  Bookstore, Mondadori Point, Mondolibri).

Questo è per noi motivo di soddisfazione per il lavoro che abbiamo fatto in questi anni, per una piccola casa editrice indipendente essere distribuiti anche dal Gruppo Mondadori è una iniezione di  entusiasmo e fiducia per i progetti futuri.

Elenco dei Punti Vendita Mondadori

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Magia delle Piramidi di Zahi Hawass

ZAHI HAWASS ITA cop500

Il celebre archeologo Zahi Hawass è una delle maggiori autorità mondiali sulle piramidi di Giza. Ha trascorso la sua vita a scavare attorno alle piramidi e alla Sfinge. Ha fatto importanti scoperte come le tombe dei costruttori delle piramidi e le porte segrete all’interno della piramide di Cheope. Ha ricevuto cinque dottorati honoris causa da diverse università internazionali ed è stato nominato dalla rivista Time come una delle 100 persone più influenti nell’anno 2006. Le sue avventure intorno alle piramidi sono state presentate in molti shows televisivi. In questo libro si sentono le emozioni e le avventure di questo moderno Indiana Jones.

In Uscita il 4 Settembre 2015

Magia delle Piramidi

Le Mie Avventure in Archeologia

Harmakis Edizioni Settembre 2015

Collana: Saggi di Harmakis Formato:

165 x 230 Confezione: Brossura Pagine: Prezzo:

Prezzo: Euro 24,00

ISBN 9788898301232